MARSALA. Avrebbero fatto credere a due fornitori di poter acquistare quote della loro azienda ("Florabella") scomputando 14.400 euro dal totale delle somme che avrebbero dovuto sborsare. Le quote, però, non furono cedute. Per questo motivo, con l'accusa di truffa in concorso (materiale e morale), sono finiti sotto processo i coniugi Donato Dino Bellussi, di 64 anni, originario di Bronzolo (Bolzano), ma marsalese d'azione, e Vincenza Maria Pellegrino, di 63. Il primo, noto anche per la sua attività in seno all'Unitalsi (organizza viaggi in treno a Lourdes), ha alle spalle alcune, non sempre fortunate, esperienze imprenditoriali in campo agricolo. Verso la metà degli anni '90, fu al centro del "caso Solaria", azienda che ebbe un clamoroso rovescio dopo avere realizzato un esteso pescheto con un finanziamento di alcuni miliardi di lire. Poi, si rifece, per un po', nel settore del florovivaismo con la "Florabella". Anche qui, però, poi, le cose non andarono per il verso giusto. Per questo, probabilmente, la proposta che, secondo l'accusa, sarebbe stata fatta a due fornitori (altri due coniugi: Pietro Sorrentino e Rosalba Platano, rispettivamente di 45 e 39 anni) di "tagliare" una fetta dei crediti vantati in cambio di due azioni della Florabella, di cui Bellussi era amministratore unico e la Pellegrino, invece, socia.