PETROSINO. Non si placa lo scontro tra Legambiente e l'amministrazione comunale petrosilena sulla qualità delle acque. Poco più di un mese fa, era stato il locale circolo dell'associazione ambientalista, presieduto dall'avvocato Maria Letizia Pipitone, ad avviare la battaglia, parlando, in una nota, di "acqua sporca" e citando un'ordinanza (la n. 39 del 02.10.2015) del sindaco Gaspare Giacalone che vietava per il «consumo umano, quale bevanda e per la preparazione degli alimenti, l'acqua erogata dalla rete idrica comunale».
Ciò perché nelle condutture dell'acquedotto è stata rilevata una dose di nitrati oltre i limiti consentiti, seppur di poco a quanto pare. A inquinare le falde, per Legambiente, sarebbe "l'uso di pesticidi e fertilizzanti" in agricoltura e "l'assenza di fogne". Il sindaco affidò la sua replica all'avvocato Valerio Vartolo. Il legale parlò di "allarmi infondati", preannunciando "azioni giudiziarie del Comune, in sede penale e civile". E ciò sarebbe puntualmente avvenuto stando al comunicato diffuso, ieri da Legambiente Sicilia, che si schiera al fianco del circolo Marsala-Petrosino.
Nella nota si definisce "incomprensibile" il comportamento del sindaco di Petrosino, che «invece di prendere atto dei problemi - si afferma - e di affrontare e risolvere quello dell'inquinamento delle acque potabili con azioni concrete, spreca energie, tempo e risorse pubbliche per perseguire legalmente il presidente di un nostro circolo soltanto perché chiede che venga tutelata la salute delle persone e del territorio».
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