TRAPANI. La questione rifiuti in provincia di Trapani non riguarda solo l’aspetto estetico, cioè quello di pulire le vie delle città dall’immondizia che ne deturpa il decoro. Questa, in effetti, è la priorità dei sindaci. Dietro, però, c’è dell’altro. Pignoramenti di creditori che cadono a pioggia sulla Belice Ambiente Spa (per debiti contratti durante la presidenza prima di Francesco Truglio e poi di Nicola Lisma) e ora anche sui comuni soci.
E questioni insolute. Come quella curiosa che vede contrapposta - seppur in maniera bonaria - la società in liquidazione e il Comune di Trapani. Il sindaco Vito Damiano e la stessa Trapani Servizi, società pronta a indicare, nel contratto inviato ai comuni, che gli enti devono mettersi in regola coi pagamenti per i conferimenti precedenti, prima di far arrivare gli autocompattatori in discarica.
Sia Damiano che Trapani Servizi hanno annunciato ricorso al Tar contro l’ordinanza della Regione che apre i cancelli della discarica anche agli undici comuni dell’Ato Tp2. Ma i conti tra la Belice Ambiente - oggi guidata dal commissario Sonia Alfano - e il comune capoluogo sono aperti e risalgono a quando, da luglio ai primi di novembre, i rifiuti di Trapani sono finiti in discarica a Campobello di Mazara.
Scopri di più nell’edizione digitale
Per leggere tutto acquista il quotidiano o scarica la versione digitale.
Caricamento commenti
Commenta la notizia