CASTELVETRANO. Anche nei terreni confiscati ai mafiosi si raccolgono le olive della Nocellara del Belice. L’ulivo considerato da sempre l’albero della pace, fa spazio alla raccolta delle olive come momento di integrazione sociale e a favore della legalità. Potrebbe essere questo lo slogan da mettere in evidenza in questi giorni di raccolta delle olive del Belice. Molti gli episodi che stanno facendo da cornice all’attività di alcune associazioni. In questa direzione si muove, senza e senza ma, l’associazione Libera voluta da Luigi Ciotti e diretta in provincia di Trapani da Salvatore Inguì. Tra Castelvetrano, Campobello di Mazara e Partanna, decine di ettari di uliveti non sono andati perduti per l’importante lavoro svolto da Libera e dalle cooperative collegate. «Già da tempo - afferma Salvatore Inguì – siamo impegnati con la collaborazione di tanti giovani a non far perdere i terreni agricoli tolti ai mafiosi. Nonostante incendi e altre intemperie i terreni stanno ritornando a produrre olive». Il riferimento di Inguì è al lavoro svolto dalla Coperativa “Atria” che sta rimettendo in sesto le terre di contrada Seggio Torre e Canalotto a Castelvetrano. Un altro esempio arriva da Campobello di Mazara dove 800 migranti, quasi tutti di origine africana, vengono alloggiati con dignità con la collaborazione della Prefettura e del comune di Campobello di Mazara. I migranti stanno lavorando nelle campagne per la raccolta delle olive e ricevono assistenza dai volontari, gli associati di Libera e dalle istituzioni coinvolte. DAL GIORNALE DI SICILIA IN EDICOLA. PER LEGGERE TUTTO ACQUISTA IL QUOTIDIANO O SCARICA LA VERSIONE DIGITALE