MARSALA. Voto di scambio è il reato contestato a un consigliere comunale del Partito democratico di Marsala, Vito Daniele Cimiotta, 31 anni, avvocato penalista, eletto con 587 preferenze alle amministrative della scorsa primavere quando al ballottaggio divenne sindaco Alberto Di Girolamo, che del Pd è anche segretario comunale. La procura di Marsala ha notificato l'avviso di conclusione indagine, atto che solitamente prelude alla richiesta di rinvio a giudizio; indagini coordinate dal procuratore Alberto Di Pisa e condotte dalla sezione di pg della Guardia di finanza. Sarebbe emerso che Cimiotta, alla vigilia delle elezioni, avrebbe promesso un posto di lavoro nel bar dell'ospedale "Paolo Borsellino" di Marsala a due disoccupati, in cambio di voti per sé e, pare, per il candidato sindaco Di Girolamo. Così avrebbero riferito i due potenziali beneficiari agli inquirenti, che avrebbero raccolto anche altri riscontri oggettivi e testimoniali. Il sindaco non risulta indagato. Nell'ambito dell'indagine su Cimiotta (presidente della Commissione Bilancio) sarebbe anche emerso un legame con la società "Vivenda spa" di Roma, vincitrice dell'appalto indetto dall'Asp per la gestione del bar-ristoro dell'ospedale di Marsala, recentemente chiuso perché risultava incompleta la certificazione di inizio attività. Vivenda fa parte del gruppo "La Cascina", venuto alla ribalta per un'interdittiva antimafia da parte del prefetto di Roma, Franco Gabrielli, che ha deciso il commissariamento della rete di società cooperative in quanto quattro manager del gruppo sono stati coinvolti nel secondo capitolo dell'indagine "Mafia Capitale". Di questi legami il consigliere comunale indagato sarebbe all'oscuro.