TRAPANI. L’ex direttore amministrativo della Curia di Trapani, don Ninni Treppiedi, non è responsabile di alcuno dei reati che nel 2011 lo videro finire al centro di un’indagine che venne etichettata come lo «scandalo della Diocesi di Trapani». Un lungo percorso giudiziario conclusosi con l’archiviazione. Altri fatti sono stati intanto scoperti e al centro di queste indagini c’è l’ex vescovo della Diocesi trapanese, monsignor Francesco Miccichè, indagato per peculato e appropriazione indebita. Monsignor Miccichè avrebbe denunciato, per sei volte, e sospeso a divinis, padre Treppiedi, per distrarre l’autorità giudiziaria italiana e quella vaticana dalle sue azioni. L’indagine ha provato come Treppiedi non sia colpevole di nulla. Le denunce dell’ex vescovo Miccichè, per i magistrati, erano il tentativo del vescovo Miccichè di allontanare da sé dubbi e sospetti sulla gestione della Diocesi di Trapani. Nelle dieci pagine della richiesta d’archiviazione accettata dal gip Emanuele Cersosimo, e che riguarda padre Treppiedi e altri indagati, il pm Verzera ha ricostruito tutti i passi dell’indagine che ad un certo punto portarono la Procura di Trapani ad avanzare una richiesta di rogatoria alla Santa Sede, quando si vociferò anche di conti segreti che padre Treppiedi avrebbe tenuto presso lo Ior, la banca vaticana. Nessun conto né pubblico né segreto fu scoperto.