SELINUNTE. Non un caso di mala sanità, ma probabilmente una migliore ottimizzazione delle risorse sanitarie avrebbe potuto salvarla. Succede a Marinella di Selinunte, dove è morta Rosalia Ciaramitaro,60 anni nubile, che abitava con i sui due fratelli nella via Pammilo. Intorno alle 8,30 il fratello Pino nota che la sorella sta male. Si cerca qualche medico nella zona, si va subito alla vicina Guardia medica ma le tapparelle sono abbassate e a stento si legge in una scritta dell'Asp che gli orari feriali vanno dalle otto di sera alle otto del mattino .
Un vicino di casa della famiglia di pescatori chiama il 118 con il telefonino e già difficoltà di copertura e linee occupate. Finalmente arriva la risposta dell'operatore che assicura che di lì a poco sarebbe arrivata l'autombulanza medicalizzata. Pasa ancora del tempo, Rosalia perde coscienza, un battito flebile. Finalmente arrivano i soccorsi dopo le non poche difficoltà dell'Autobulanza, che arriva da Campobello a percorrere la via Pammilo intasata di auto.Una corsa contro il tempo, il personale che si sbraccia con il defibrillatore,massaggi cardiaci e le procedure di rianimazione del caso. Arriva una seconda autombulaza, con il personale specializzato che tenta in tutte le maniere di salvare Rosalia.Tutto inutile alla fine arriva anche la diagnosi:morte da infarto.Sin qui la cronaca e dopo le riflessioni. Chissà se magari il pronto intervento del dottore della Guardia medica con i farmaci del caso avrebbe potuto salvarla. Morale della favola di giorno meglio non avere bisogno della Guardia Medica di Marinella ,tanto non funziona.Il personale del 118 esce sconsolato dall'abitazione di Rosalia Ciaramitaro,ma conscio di avere fatto tutto quanto era nelle loro possibilità.
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