TRAPANI. Disposto il "giudizio immediato" per Alessandro Bulgarella, 38 anni, il lavapiatti accusato di avere rapinato ed ucciso, strangolandola, Bose Uwadia, la prostituta nigeriana rinvenuta cadavere la vigilia di Natale di due anni fa. Il bottino della rapina sarebbe stato costituito da 50 euro e dal telefono cellulare della donna. Anche se le indagini non sono riuscite a dare un volto e un nome alla persona che "probabilmente" (com'è scritto nel capo d'imputazione) avrebbe aiutato il lavapiatti ad occultare il cadavere dietro un chiosco di fiori nei pressi del cimitero di Custonaci, secondo la Procura vi sarebbero a carico di Alessandro Bulgarella elementi tali da sostenere l'accusa. L'inizio del processo è stato fissato per il 10 luglio, davanti alla seconda sezione della Corte di Assise presieduta da Angelo Pellino. Le indagini condotte dai Carabinieri sull'omicidio, avvenuto nella notte tra il 23 ed il 24 dicembre del 2013, si sono subito indirizzate sui frequentatori di prostitute fino a convergere, dopo una serie di interrogatori, controlli di tabulati telefonici, servizi di osservazione e pedinamento su Alessandro Bulgarella, incensurato, che conosceva Bose Uwadia, una donna dalla doppia vita: madre di due gemelli di 4 anni, di giorno lavorava come parrucchiera a Palermo, la sera raggiungeva Trapani con mezzi pubblici e si prostituiva nei dintorni della stazione ferroviaria.