PACECO. Erano accusati di violazioni alla normativa antiricilaggio di denaro. Ma il giudice Franco Messina ha ritenuto che non c'è stato alcun comportamento doloso e quindi ha mandato assolti, "perché il fatto non costituisce reato", l'attuale sindaco di Paceco, Biagio Martorana, all'epoca dei fatti presidente della Banca cooperativa "Senatore Pietro Grammatico", e tre dipendenti dello stesso istituto di credito: Giuseppe Ales, Giovan Battista Marceca ed Antonino Tranchida.
Gli imputati sono stati difesi dagli avvocati Ermanno Cappa e Gabriele Casartelli del Foro di Milano e Salvatore Martinico e Giuseppe Scarcella del Foro di Trapani.
La vicenda ha preso le mosse da un controllo della Banca d'Italia. In una ispezione amministrativa svoltasi nel periodo febbraio-maggio 2010, sarebbe emersa, infatti, la mancata "leggibilità" dei dati relativi a 76 operazioni effettuate nelle filiali di Tabaccaro (71) e Napola (5) che, superando determinate "soglie", andavano registrate nel cosiddetto "Aui" (Archivio unico transitorio), una sorta di "brogliaccio elettronico".
Dall'informativa che la Banca d'Italia ha fatto alla Procura è nata un'indagine condotta dal sostituto Rossana Penna sfociata, nel 2012, in una richiesta di emissione di un decreto penale di condanna nei confronti di Biagio Martorana e dei tre dipendenti dell'istituto di credito che, però, il giudice per le indagini preliminari, Antonio Cavasino, non ha accolto, ordinando la restituzione degli atti al pm.
In una "memoria" prodotta dagli avvocati Cappa, Casartelli, Martinico e Scarcella si era documentato che si sarebbe trattato di un "errore operativo" che aveva provocato una mancata "leggibilità" solo temporanea perché i dati sarebbero stati recuperati, per quanto a distanza di tempo, dal centro elaborazione dell'istituto di credito grazie al supporto di una società specializzata nell'assistenza bancaria.
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