ALCAMO. La Corte dei conti bolla come "illegittimo perché conferito al di fuori dei limiti posti dal legislatore regionale" ma connotato anche "dalla inutilità della prestazione per il comune di Alcamo" l'incarico di esperto affidato tra il 2007 e il 2008 a Liborio Ciacio dall'ex sindaco Giacomo Scala. E con sentenza 91/2015 condanna quest'ultimo a risarcire 46 mila euro. Rigettata, invece, la richiesta avanzata dalla procura contabile per l'incarico di portavoce e addetto stampa conferito tra il 2002 e il 2008 ad Antonio Fundarò. Per la stessa vicenda Scala era stato rinviato a giudizio per abuso d'ufficio e falsità ideologica condannato nel 2013 ad un anno e due mesi di reclusione ma assolto in appello "perché il fatto non sussiste". Ma la procura contabile ha proseguito nell'azione di responsabilità amministrativa conclusa con la condanna parziale dell'ex primo cittadino. La Sezione giurisdizionale, nelle motivazioni, sottolinea come come "non solo il Ciacio fosse sprovvisto di laurea, ma anche che la sua qualifica di tecnico agrario enologo fosse priva di qualsiasi ragionevole collegamento con l'attività da espletare". Secondo il collegio giudicante, infatti, "non può non rilevarsi come l'oggetto dell'incarico conferito di "curare l'innovazione e l'implementazione delle procedure interne di verifica e controllo, le relazioni istituzionali nonché quello di supporto agli organi politici", sia evanescente e privo di un preciso contenuto ascrivibile alla documentata professionalità che l'esperto deve possedere". ALTRE NOTIZIE SUL GIORNALE DI SICILIA IN EDICOLA OGGI