MARSALA. “La minore era semplicemente un oggetto sessuale nelle mani di questi due soggetti”. Non ha dubbi il pubblico ministero Sabrina Carmazzi che ieri ha chiesto una condanna a dieci anni di reclusione per Giuseppa Signorelli e Vincenzo Galfano, accusati di “violenza sessuale continuata e aggravata in danno di una minorenne”. Il pm ha pronunciato la sua requisitoria innanzi al collegio presieduto da giudice Sergio Gulotta (a latere Iole Moricca e Tommaso Pierini) innanzi al quale si sta celebrando il processo a carico dei due che all’epoca erano dipendenti dell’istituto assistenziale Rubino: Giuseppa Signorelli, 50 anni, e Vincenzo Galfano, di 48, prestavano servizio all’interno della IPAB che si trova nell’omonima via Rubino e che, già dalla fine dell’800 si occupa di assistenza all’infanzia. Giuseppa Signorelli svolgeva mansioni di direttrice, mentre Galfano era il bidello della struttura che da decenni si occupa di doposcuola e mensa per minori in condizioni di disagio. L’indagine prese le mosse dalle rivelazioni di una minorenne che raccontò delle “attenzioni sessuali” subite per circa quattro anni, fino al 2009. La ragazza, ora diciottenne, ha deciso di raccontare i fatti avvenuti sei anni prima al convivente della madre. Ieri il pm Carmazzi ha parlato di “comportamenti sessualizzati tra Signorelli e Galfano, che non costituiscono reato di per sé, ma se agiti innanzi ai minori sì” e pio secondo il pubblico ministero la ragazza avrebbe ricordato particolari intimi che avrebbero poi trovato riscontri. ALTRE NOTIZIE SUL GIORNALE DI SICILIA IN EDICOLA OGGI