MARSALA. In primo grado erano stati tutti assolti, ma la seconda sezione penale della Corte d’Appello di Palermo ha riformato, in parte, la sentenza del Tribunale di Marsala e ha condannato sette dei 13 dipendenti dell’Agenzia delle Entrate che erano finiti sotto processo con l’accusa di assenteismo. La Corte ha pronunciato la sentenza di condanna a cinque mesi di reclusione e al pagamento di una multa di 200 euro, con pena sospesa, e non menzione nel casellario, ma già gli avvocati difensori annunciano: “Sarà difficile spiegare agli appellati condannati, in attesa della motivazione della sentenza, il perché della discriminazione operata dai giudici di Appello. Sarà d’obbligo ricorrere per Cassazione”. Si tratta di una vicenda giudiziaria che ha preso il via da un esposto anonimo presentato presso la sezione di pg della polizia presso la Procura di Marsala alcuni anni fa. Ad essere incriminata era la cosiddetta “pausa - caffè”. Le indagini si avvalsero dell’uso di telecamere e andarono avanti per alcuni mesi. Poi fu celebrato il processo con il rito abbreviato innanzi al GUP di Marsala Vito Marcello Saladino. Gli avvocati difensori degli imputati: i legali Stefano Pellegrino, Gianpaolo Agate e Tiziana Carpinteri già nel 2012 dichiararono che: “Le uscite contestate sono di pochi minuti. Rilevate, tra l'altro, nel periodo in cui nell'ufficio non c'era neppure una macchinetta per fare il caffè. E la Cassazione ha già sancito che la pausa caffè non costituisce reato”. Il processo di primo grado si concluse con un’assoluzione per tutti e 13 gli imputati. ALTRE NOTIZIE NEL GIORNALE DI SICILIA IN EDICOLA