TRAPANI. Era stata accusata di avere vinto, in una casa da gioco statunitense, un somma tale che avrebbe dovuto pagare, per l’anno 2006, un’imposta sul reddito pari a quasi 78 mila euro. Una casalinga 50enne, accusata, appunto, di evasione fiscale, è stata invece assolta dal giudice monocratico Angelo Pellino, per quanto con formula dubitativa. Il pm aveva chiesto la condanna dell’imputata ad un anno di reclusione. «La mia assistita - afferma il difensore della donna, avvocato Salvatore Daidone - non è assolutamente soddisfatta della sentenza, tant’è che ricorreremo in appello e non è escluso che chiederemo un risarcimento per i danni morali subiti. Le sue vincite ci sono state, ma per importi minimi». La vicenda dai contorni abbastanza singolari: l’Agenzia centrale delle Entrate di Roma segnala a quella di Trapani di avere ricevuto dall’autorità fiscale statunitense la notizia che la signora aveva vinto, al «Casino Geektown» di Detroit, città dove era andata per due anni consecutivi a trovare dei parenti, prima circa 203 mila e poi circa 98 mila euro, ricavando, quindi, quelli che, secondo il vigente ordinamento, debbono qualificarsi come «redditi diversi». L’agenzia di Trapani, dunque, viene invitata a fare dei controlli, pur con l’avvertenza, come ha poi sottolineato durante il processo l’avvocato Daidone, che avrebbero potuto essersi verificati degli errori nella trasmissione dei dati. ALTRE NOTIZIE NEL GIORNALE DI SICILIA IN EDICOLA