TRAPANI. Il Nucleo di Polizia Tributaria della Guardia di Finanza di Palermo ha confiscato, a Antonino Bonafede, 79 anni, nato a Marsala un ingente patrimonio, costituito da due aziende agricole e di allevamento, numerosi terreni coltivati a vigneti e disponibilità finanziare, per un valore complessivo di oltre 4 milioni di euro, in esecuzione di un provvedimento del Tribunale di Trapani - Sezione Misure di Prevenzione. Il sequestro riguarda le ditte di allevamento “Bonafede Antonino” e “Centonze Vincenza”. Oltre le ditte anche 25 terreni coltivati a vigneti. Bonafede già sottoposto alla misura di prevenzione della sorveglianza speciale di pubblica sicurezza con obbligo di soggiorno dal 1999 al 2004 e condannato, nel 2000, in via definitiva dalla Corte di Appello di Palermo a sei anni di reclusione per associazione mafiosa, in quanto considerato «uomo d'onore» della famiglia mafiosa marsalese. L’allevatore, era stato coinvolto anche nell'operazione «Peronospera II» del maggio 2003, è stato condannato dalla Corte di Appello nel 2007 ad un anno di reclusione, «in continuazione» con la precedente condanna, per associazione di stampo mafioso, per avere avuto un ruolo di primo piano nell’organizzazione del racket del “pizzo”. Infine, nel marzo 2010, è stato coinvolto nell'operazione «Golem 2», con cui fu smantellata la rete dei presunti fiancheggiatori del latitante Matteo Messina Denaro. L’anziano boss è il padre di colui che viene considerato il capo della locale cellula di Cosa Nostra marsalese, attualmente in carcere.