TRAPANI. «Colpa medica», ossia «malasanità». Cinque medici, due all’epoca dei fatti in servizio all’ospedale «San Vito e Santo Spirito» di Alcamo e gli altri a quello di Marsala, sono stati condannati per omicidio colposo a 4 mesi di reclusione ciascuno (pur con il beneficio della condizionale) dal giudice monocratico di Trapani Franco Messina.
Si tratta di Francesca Lombardo e Salvatore Costantino, dell’ospedale di Alcamo, e di Giuseppe Maggio, Attilio Mancino e Pietro Ruggirello, di quello lilibetano.
A vario titolo, con le loro condotte, avrebbero contribuito al decesso di una giovane signora, Anna Maria Cascio, avvenuto il 10 settembre del 2007 all’ospedale di Trapani dove, infine, era stata trasportata dopo essere stata visitata per due volte al «San Vito e Santo Spirito» di Alcamo e sottoposta ad altrettanti interventi chirurgici all’ospedale di Marsala. L’esito del lungo processo (oltre sette anni tra attività di indagine ed attività dibattimentale) sembra accogliere le tesi degli avvocati di parte civile, Valerio Duca per i genitori della signora Cascio, e Sergio Vitale, del Foro di Milano, per il coniuge ed i fratelli della donna.
Nell’agosto del 2007, dunque, Anna Maria Cascio, lamentando forti dolori addominali si presenta per due volte all’ospedale di Alcamo dove viene, poi, ricoverata. La giovane donna, che era affetta da un tumore al colon, sarebbe stata dimessa dopo circa una settimana dal ricovero senza che i medici Francesca Lombardo e Salvatore Costantino, che l’avevano presa in cura, avrebbero effettuato i dovuti esami.
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