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Trapani, il sindaco assolto per peculato: "Consapevole del mio comportamento corretto"

Il Pm aveva chiesto un anno e 4 mesi per l’utilizzo improprio delle auto blu

TRAPANI. «Ero consapevole della correttezza del mio comportamento. E mi dispiace che sia stata messa in dubbio assieme alla mia onestà». Così il sindaco Vito Damiano, appena fuori dall’aula delle udienze preliminari dove il gup Antonio Cavasino ha pronunciato la sentenza del processo con il rito abbreviato che lo assolve, «perché il fatto non sussiste», dall’accusa di peculato per il presunto indebito uso dell’«auto blu». Il pm Franco Belvisi aveva chiesto una condanna ad un anno e mezzo di reclusione (pur se con la condizionale considerata la «personalità» dell’imputato). Il gup sembra avere accolto, invece, le tesi dei difensori, avvocati Massimo Pellicciotta, del Foro di Milano, e Gino Bosco, secondo cui «non c’è stato alcun illecito perché l’auto blu è stata sempre usata per ragioni di servizio e alcune deviazioni di percorso contestate dall’accusa sono state incidentali tra eventi istituzionali». L’«auto blu», secondo l’accusa, sarebbe stata adoperata abitualmente da Damiano per andare ad assistere alle partite di calcio e basket, ma anche, in un’occasione, per recarsi dal barbiere e, in un’altra, per andare a ritirare la propria vettura privata che era stata portata via dal carroattrezzi per una violazione al codice della strada.

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