TRAPANI. Quattordici lavoratori in nero scoperti; sei attività imprenditoriali chiuse; multe per oltre 70 mila euro. Ed ancora, recuperati 12 mila euro di contributi previdenziali e assistenziali non versati. Il bilancio di una operazione condotta dai carabinieri del Nucleo ispettorato del lavoro e del comando provinciale di Trapani. Insomma, giro di vite contro un fenomeno che continua ad essere radicato nel territorio, nonostante l’incalzare delle forze dell’ordine. Obiettivo, reprimere i comportamenti difformi e indurre i datori a fare emergere ogni lavoratore dipendente, ma anche tutelare quelle imprese che operano rispettando le regole e sono costrette a subire la concorrenza sleale di chi, invece, agisce nell’illegalità.
Al setaccio edilizia, officine meccaniche, rivendite di telefonia e ristoranti. I controlli hanno interessato, in particolare, Mazara del Vallo, Trapani ed Alcamo e sono stati eseguiti d’intesa con la direzione territoriale del lavoro e con l’impiego anche di ispettori civili. E i risultati non sono tardati ad arrivare. Quattro imprese commerciali di Mazara e due di Alcamo sono state sospese per aver impiegato in nero una forza lavoro superiore al 20 per cento dei dipendenti presenti al momento dell’attività di monitoraggio. I titolari hanno dovuto ottemperare alle prescrizioni ed hanno regolarizzato i dipendenti in nero, versando sanzioni aggiuntive per un totale di 9.900 euro. Dovranno, inoltre versare i contributi previdenziali e assistenziali non corrisposti agli operai, oltre a dover corrispondere una multa di 4 mila euro per ogni lavoratore in nero individuato.
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