PALERMO. Dietro alla gestione di una cava per materiali inerti a Castelvetrano, data in concessione dalla Regione siciliana a una società, in realtà c'era il boss superlatitante Matteo Messina Denaro. A scoprirlo è stato l'ex assessore all'energia Salvatore Calleri, nell'ambito di una serie di controlli e verifiche avviate nel settore della gestione delle cave. Calleri come gli altri assessori non fa parte più della giunta dopo l'azzeramento deciso dal governatore Rosario Crocetta in accordo con gli alleati con i quali sta trattando la formazione di una nuova squadra di governo. La scoperta della cava riconducibile al boss è avvenuta una ventina di giorni fa, ma si apprende solo oggi. Dopo aver constatato anomalie nella società, che durante la fase di assegnazione della concessione aveva le carte in regola, grazie anche alle verifiche incrociate delle autorità competenti, Calleri ha revocato l'autorizzazione. «Questa si chiama antimafia della pratica - dice Calleri all'ANSA - Questo forse è uno dei motivi per i quali c'è qualcuno che non mi ama». Prima di riconsegnare la delega a Crocetta, l'ex assessore aveva esteso i controlli anche al settore dell'eolico per poi allargarli ad altri comparti. Calleri è tra gli assessori che Crocetta vorrebbe riconfermare nella nuova giunta. «Noi dobbiamo azzerare la cattiva politica, quella buona invece la dobbiamo portare avanti». Così Crocetta ha commentato la vicenda. «Non credo che altri governi abbiano avuto la voglia e la capacità di compiere le scelte coraggiose nel settore della formazione, nella sanità e dell'ambiente fatte da parte degli assessori di competenza - aggiunge Crocetta - Queste battaglie vanno proseguite con fermezza per il bene della Sicilia».