La disastrosa situazione che sta attraversando il Trapani calcio mette in stato di agitazione una intera tifoseria. La società è allo sbando e non sa che pesci pigliare. Stamattina la squadra non si è allenata e a quanto pare al Centro Sportivo Sorrentino è stata pure staccata la luce. La proprietà vuole vendere ma non si decide. Sono in due a pretendere le redini del Trapani calcio. Un Comitato locale di cui si conosce qualche esponente come l’avvocato Castelli e un imprenditore romano che corrisponde al nome di Pellino. Da Roma non giungono notizie confortanti perché Fabio Petroni non si pronuncia. Il campionato si avvicina sempre di più, la squadra è iscritta a partecipare alla Legapro ma tutto il resto è al palo. Mancano i giocatori. Il nuovo allenatore Di Donato e il ds Porchia non sanno che pesci pigliare. Forse andranno via pure loro perché finora ci hanno pure rimesso di tasca. Quei pochi giocatori rimasti, soprattutto tanti ragazzini. non si allenano per un motivo o per l’altro, nulla è programmato e le ore passano inesorabilmente. Sulla questione è voluto intervenire Nino Barraco, bandiera del Trapani calcio che vive con trepidazione questa situazione: “Questa proprietà ci ha portato alla distruzione. In tale situazione non si può andare avanti - ha dichiarato l’ ex granata dei tempi di Arcoleo -. Il signor Petroni deve decidersi subito e dare la società a chi vuol acquistarla. Ho grande fiducia nell’imprenditore Gianluca Pellino che continua ad insistere per comprare. Ha tutto uno staff pronto e, a quanto pare, sarebbe pronto a recarsi a Trapani per indire una conferenza stampa allo scopo di spiegare tutta l’imbrigliata situazione. Sarebbe un peccato ripartire dai Dilettanti dopo aver raggiunto i fasti della serie B. E’ ora di finirla e bisogna fare sul serio però nel giro di poche ore. E’ solo questione di buona volontà. Invito anche i tifosi a mobilitarsi civilmente per far sentire la loro voce. Bisogna smuovere tutto. Una intera città se ama il Trapani deve in qualsiasi modo manifestare la propria indignazione. Il Trapani, il mio Trapani, non può e non deve morire così a causa dell’inerzia di chi ha deciso che tutto debba naufragare. Lancio un accorato appello alla proprietà nei confronti della quale non ho mai avuto alcuna fiducia e dico col “cuore granata” che il Trapani a tutti i costi deve rimanere nel calcio che conta".