Il vicepresidente del Trapani calcio, Massimo Marino, passa al setaccio, con grande serenità, passato e presente della società granata, dal momento del suo insediamento ad oggi, in vista della scadenza del CDA, prevista per il 20 agosto. Il noto editore trapanese, insediatosi per volontà di Fabio Petroni lo scorso 16 gennaio con deleghe alla comunicazione, al marketing e alle relazioni esterne, mostra subito molta franchezza e indica come "precario lo stato di salute del Trapani calcio. Tuttavia, non meno della stragrande maggioranza delle società professionistiche che non militano in Serie A. Ancor più per chi opera, in questo momento post Covid, come Alivision, prettamente nel mercato privato al cospetto dei passeggeri nei trasporti senza godere di sovvenzioni. Il tutto a prescindere dello stato di crisi del paese". Il vicepresidente della società granata si sofferma sulle richieste che furono fatte a lui e a Pino Pace al momento del loro ingresso nel Trapani calcio e precisa che "ci fu chiesto di relazionarci maggiormente col territorio. In particolare con le istituzioni e le aziende locali, soprattutto in prospettiva, visto che la posizione in classifica di allora non avrebbe aiutato eventuali nuove sinergie. Superfluo sottolineare che il Coronavirus ha "stoppato" i primi approcci, considerando che gli imprenditori avevano ben altri problemi da affrontare sin da fine febbraio". Sul punto cruciale che riguarda la penalizzazione, Marino chiarisce la posizione del club affermando che "appena la proprietà ci rappresentò, verso i primi di marzo, l'impossibilità di far fronte alle scadenze federali del 16 marzo, il CDA si è mosso per trovare le risorse mancanti" e spiega che "personalmente ho sollecitato più persone per dare una mano. Devo dire, con amarezza, che in pochissimi hanno avuto la sensibilità di "rispondere presente". Anche da parte di chi avrebbe potuto, con facilità, farlo". Sulla decisione degli organi federali di togliere due punti in classifica al Trapani, Marino tiene a precisare che “è una ingiustizia non tenere in considerazione, come attenuante, la pandemia mondiale dichiarata dall'OMS. Continuo ad essere convinto che un lieve ritardo nei pagamenti in un momento eccezionale, per l'Italia e non solo, non giustificasse una sanzione 'ordinaria'. Anche le motivazioni della Corte d'Appello federale, sempre a mio modesto avviso, hanno confermato la fragilità logica della penalità inflitta". Sul nuovo ricorso presentato dalla società, in base a quanto sostengono i professori Enrico e Filippo Lubrano che fanno riferimento all’articolo 49 per un campionato di serie B a 22 squadre, Massimo Marino mostra prudenza e giustifica la società "sinceramente non mi sento di rispondere a domande giuridiche. È giusto che la proprietà tenti tutte le strade per ricorrere a ciò che reputa "una ingiustizia". Ma dare "percentuali" non sarebbe corretto. Meglio attendere il pronunciamento degli organi preposti". Poi il suo personale invito alle tanto conclamate cordate di cui spesso si parla per il rilevamento del sodalizio “che si facciano avanti, se esistono, per il bene del Trapani Calcio. Ho letto anch'io di 'cordate locali'. A prescindere se siano 'di marca buona' o meno, adesso è imprescindibile che escano allo scoperto. Al momento, cosi come nei mesi scorsi, non ne ho percezione. Mi pare che Alivision abbia detto chiaramente, anche di recente in una lettera inviata in queste ore al Sindaco Tranchida, che non voglia a tutti i costi "imporre la propria presenza". Sull’imminente scadenza del mandato del CDA per il 20 agosto il vicepresidente, nonché Consigliere Delegato alla Comunicazione e Relazioni Esterne, risponde in maniera più che leale e senza alcuna pretesa indicando che “scadrà anche il mio mandato. Non credo che sia di vitale importanza la presenza, o meno, di Massimo Marino nel board del club. Per tutti noi è fondamentale 'il futuro' del Trapani Calcio. Ad iniziare dall'iscrizione in Lega Pro. Con quale proprietà e quale dirigenza è un problema decisamente secondario". Infine alla richiesta di esprimere con un aggettivo l’operato generale della società tiene a precisare che “semplificare con un aggettivo l'operato di Alivision in questi mesi sarebbe riduttivo. Certamente ci sono luci ed ombre. Ovviamente la retrocessione avvenuta fuori dal campo è un macigno che grava sulla stagione. Adesso deve dare certezze, ad iniziare da quella "continuità aziendale" più volte assicurata pubblicamente ed agli organi di controllo".