Adesso si può dire che il Trapani è ufficialmente retrocesso in serie C. Le ultime speranze di potere lottare per la salvezza del campionato cadetto erano legate alla decisione del Collegio di Garanzia dello Sport CONI che ha rigettato il reclamo della società granata per la restituzione dei due punti tolti in classifica. La penalizzazione avvenne in due tranche: a metà giugno e nei primi del mese di luglio.
Il primo punto di penalizzazione e 45 giorni di inibizione per i dirigenti Giuseppe Pace, presidente del consiglio di amministrazione, e Monica Pretti, consigliere delegato dal Tribunale Federale Nazionale in merito alla segnalazione della CO.VI.SO.C. per la quale il club trapanese e i suoi due dirigenti vennero deferiti “per non aver pagato, entro il termine del 16/03/2020, gli emolumenti dovuti ai propri tesserati, lavoratori dipendenti e collaboratori addetti al settore sportivo per la mensilità di febbraio 2020, e comunque per non aver documentato alla Co.Vi.So.C, entro lo stesso termine, l’avvenuto pagamento degli emolumenti sopra indicati“.
Poi la decisione finale qualche giorno prima della gara contro il Chievo con l’accoglimento del ricorso della Procura federale che portava a due i punti di penalizzazione. Il Trapani non si è dato per vinto rivolgendosi a Guido Alpa il più prestigioso dei giuristi italiani. La difesa si è basata sullo stato di forza maggiore che ha impedito il Trapani a causa della pandemia.
Un ritardo del pagamento degli stipendi ai calciatori dipeso esclusivamente non da una questione soggettiva legata al Trapani calcio ma da un impedimento di genere oggettivo, procurato da un evento esterno inatteso e imponderabile come la pandemia del Covid 19. Il Collegio di Garanzia CONI ha deciso di non restituire nulla alla società granata.
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