TRAPANI. «Ora che Felipe si è ripreso, speriamo che faccia tanto per il Trapani e magari facendo gol entrambi, facciamo divertire tutta l’Italia». Nicola Citro accetta di metterla sul faceto quando gli si dice, appunto, che tutta l'Italia pallonara aspetta di scatenarsi con frizzi e lazzi nel momento in cui il Trapani dovesse fare sua una partita a colpi di Citro-Sodinha, per una «buona digestione» di qualche «rospo» che, comunque, una squadra che non ha altro obiettivo se non quello del mantenimento della categoria è comunque costretta ad ingoiare.
Citro, alla seconda stagione in granata, prelevato nell’estate dell’anno scorso dal Marcianise in serie D, dove aveva segnato 21 reti, è stata la «scommessa vinta» del direttore sportivo Daniele Faggiano. Dopo le 12 presenze, senza reti, e qualche infortunio di troppo della scorsa stagione, l’attaccante che nella «sua» Salerno chiamano «il Messi di Fisciano», in questa stagione si è imposto a suon di gol, come titolare e all’attenzione generale. Cinque i gol segnati finora, compreso quello decisivo con cui il Trapani ha espugnato l’«Arechi» di Salerno (e «il Messi di Fisciano» non ha esultato) alla settima giornata.
«Quello che mi ripromettevo - dichiara Citro - era fare meglio dell’anno scorso. Ci speravo e credo di avere cominciato a ricambiare la fiducia del tecnico e del direttore. Ma che cosa mi propongo e qual è la mia aspettativa personale me lo tengo per me. Dico solo che a Trapani mi trovo benissimo e che non la consideravo una piazza di passaggio già lo scorso anno quando ho firmato un contratto triennale. Dopo tanti sacrifici mi ritrovavo, infatti, in un campionato importante come quello di serie B».
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