TRAPANI Dall’euforia della vigilia alla depressione più nera. Il prima e dopo della partita con il Pescara suscitano nei tifosi granata stati d’animo assolutamente contrapposti. Dal Trapani imbattuto ed imbattibile delle prime sette giornate di campionato, si è passati a una squadra che «è tecnicamente e tatticamente troppo scarsa per la categoria». Esagerate l’una e l’altra valutazione. Semmai la sconfitta con il Pescara riportando tutti con i piedi a terra dà assolutamente ragione al direttore sportivo granata Daniele Faggiano quando afferma, in riferimento anche al numero gli spettatori paganti, che «per Trapani la serie B è un lusso» e che «la società granata che grava tutta sulle spalle della famiglia Morace, non può competere con altre che ogni anno spendono milioni di euro e no n sempre hanno gli stessi risultati del Trapani». Fondamentale è che l’asticella del traguardo finale non può essere posta oltre la «tacca» che indica la salvezza. E per la salvezza, meglio se anticipata, occorre lottare. Senza alcun leziosismo e tirando fuori i cosiddetti attributi. Cosa che, forse perché lo «schiaffo» che ridimensionava il Trapani era bruciante e frastornante, non sempre è avvenuta nel corso della partita di sabato. Lo scorso anno la sconfitta interna con il Pescara fu il secondo di quella scala di 10 gradini senza vittorie (solo 4 pareggi) cominciata a percorrere nel turno precedente a Vercelli che avrebbe portato all’allontanamento del tecnico Roberto Boscaglia. Un percorso che avrebbe avuto tappe difficili, ma molte per lo più abbordabili. Scenario ben diverso, e da qui la necessità di una inversione di tendenza assoluta, considerando quali sono le prossime partite che il Trapani è chiamato ad affrontare. DAL GIORNALE DI SICILIA IN EDICOLA. PER LEGGERE TUTTO ACQUISTA IL QUOTIDIANO O SCARICA LA VERSIONE DIGITALE