TRAPANI. Autunno caldo per i trapanesi. Se da un lato si va verso la riduzione del 25% della Tari, la nuova Tasi, invece, rischia di rappresentare un “salasso”. Rispetto a dodici mesi addietro i trasferimenti nazionali e regionali si sono ridotti del 25% e, così, l’amministrazione pensa di attuare l’aliquota del 2,5 per mille. “Ma questa, da sola, non basterà a coprire i minori trasferimenti – afferma il sindaco Vito Damiano -, motivo per cui stiamo pensando al taglio dei servizi”. Al momento si tratta di una ipotesi, ma il sindaco ieri ha incontrato i consiglieri comunali prospettando l’attuale situazione ed i tagli dovrebbero riguardare la raccolta dei rifiuti, il trasporto pubblico urbano ed i servizi sociali. “Avevamo l’impegno di ridurre la Tari – continua Damiano – e, rispetto allo scorso anno ci sarà un calo del 25%, così chi aveva pagato 400 euro ora si troverà una cartella da 300 euro”. Riguardo, invece, la Tasi, Damiano ha spiegato che “taglieremo dove sarà possibile. Per questo ho parlato con i consiglieri, per capire se hanno qualche contributo da dare”.All’incontro erano presenti quasi tutti i gruppi politici, sia quelli di maggioranza che di opposizione, ad eccezione di Forza Italia. Ed alla proposta di Damiano le reazioni sono state negative. “Il sindaco aveva preso le distanze dalla politica – sono le parole di Totò La Pica, capogruppo di Ncd -, salvo poi annunciarci questa novità. Noi attendiamo che porti in aula la sua proposta e poi vedremo se ridurla. Noi riteniamo che, praticando altri tagli, si possa scendere al 2 per mille, e questo sarà il nostro emendamento. La differenza è di 800 mila euro ed i soldi potrebbero essere presi dalle società partecipate. Per non sbagliare sarebbe bastato il Bilancio Partecipato”.Per il Pd, invece, si può raggiungere anche l’uno per mille. “Si può tagliare tanto, a cominciare dalle Partecipate – afferma il capogruppo Enzo Abbruscato -, ma non solo. Nel Bilancio è stata prevista la somma di un milione per il funzionamento istituzionale. Ma se lasciassimo tutto come lo scorso anno, quando i compensi erano ridotti del 33% per lo sforamento del patto, arriveremmo a 660 mila euro, senza considerare i soldi risparmiati per i due assessori in meno presenti in Giunta”. “Ciò che mi fa maggiormente rabbia – è il pensiero, invece, di Nicola Sveglia, capogruppo di Articolo 4 – è che siamo nelle stesse condizioni di un anno addietro. Questa volta la politica non c’era di mezzo, quindi è stato un fallimento del sindaco. Questa è un’altra presa in giro nei confronti dei cittadini perché si sarebbe potuto risparmiare se avesse messo mano alle società partecipate a gennaio. Ed invece, niente, e, così, siamo alle prese con lo stesso problema di prima. Allora, provocatoriamente, ho detto a Damiano: sforiamo il patto di stabilità o lasciamo per cinque mesi la città senza illuminazione o senza raccolta dei rifiuti. Noi saremo contrari a qualsiasi proposta che non sia una aliquota dell’uno per mille”.
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