MARSALA. L'area di via Vita, destinata ad ospitare una delle più attese e ritardate opere pubbliche della città, l'area artigianale, ridotta ad una vasta discarica a cielo aperto. Nonostante il Comune abbia disposto uno speciale servizio di controllo dei siti "a rischio" inquinamento a mezzo telecamere a circuito chiuso e l'impiego di una speciale squadra di "Tutela Ambientale" dei vigili urbani, quella vasta area di via Vita continua ad essere devastata dal deposito di materiale inquinante e nocivo. Non si contano i residui di sfabbricidi provenienti dall'edilizia, recipienti "fuorilegge" in amianto abbandonati, oli esausti di motori, sanitari e copertoni d'auto in disuso che invadono l'area; c'è di tutto. Uno spettacolo indecoroso ma anche pericoloso per gli effetti che questo materiale possa produrre alla salute pubblica. Proprio accanto a questo materiale ci sono civili abitazioni e un campo sportivo frequentato da tanti giovani della zona che quotidianamente transitano e respirano quei miasmi che si levano dalla putrefazione dei rifiuti, tra cui anche resti animali in decomposizione. Proprio in questi giorni, dinanzi al perdurare di una situazione di pericolo un gruppo di abitanti della via Vita e delle zone limitrofe ha avviato una petizione che intende ora presentare al commissario straordinario Giovanni Bologna perché una volta e per tutte venga bonificata l'intera area destinata ad ospitare gli insediamenti artigianali, in ritardo da almeno vent'anni anche a causa dei mancati finanziamenti da parte della Regione. «La situazione è divenuta insostenibile - dice Mario Giacalone, uno dei promotori della petizione - e siamo pronti a scendere in campo per porvi fine. Siamo consapevoli dei rischi che da anni corriamo per questa varietà di rifiuti abbandonati in quell'area di via Vita ma non intendiamo stare ancora ad attendere che si avvii la sempre promessa e mai effettuata bonifica dei luoghi». La petizione, a quanto assicurano i suoi promotori, completata la raccolta delle firme, sarà presentata nei prossimi giorni al commissario. Il problema è legato alla scarsa vigilanza che viene effettuata sul territorio con particolare riferimento proprio alle zone maggiormente "a rischio discariche", in quanto spesso (ma non è il caso della via Vita) le piccole discariche bonificate si ricostituiscono a distanza di alcuni giorni con l'abbandono da parte di cittadini dallo scarso senso civico con il deposito di rifiuti vari, ignorando per altro un servizio che, per certi materiali ingombranti c'è anche l'Aimeri Ambiente. Per la via Vita il problema è più complesso dal momento che le discariche di materiali inquinanti e pericolosi sono in aree di proprietà privata. Qui il Comune alcuni anni fa aveva avviato una iniziativa volta ad identificare i legittimi proprietari ed invitarli a provvedere alla bonifica. Una specifica ordinanza sindacale stabiliva che tale bonifica, se non fosse stata fatta dai proprietari dei terreni, sarebbe stato il Comune ad eseguirla. L'iniziativa, però, naufragò non solo per le difficoltà nella identificazione dei proprietari ma anche per la mancanza di uomini e mezzi da parte dell'Ente Comune. E la situazione di precarietà non solo non è stata rimossa, ma con il passare degli anni si è aggravata fino a raggiungere i "limiti di guardia" per la salute pubblica.
Rifiuti a Marsala, discarica a cielo aperto in via Vita
Nella zona ci sono abitazioni e un campo sportivo frequentato quotidianamente da tanti giovani che respirano odori nauseabondi che provengono dall’immondizia
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