TRAPANI. È definitivamente tramontata l’ipotesi della costituzione di una cooperativa di servizi che potesse garantire la possibilità di continuare a lavorare ai dipendenti della Megaservice, la società di proprietà dell’ex Provincia posta in liquidazione nel febbraio dello scorso anno. Mentre per l’azienda multiservizi si profila quindi la dichiarazione di fallimento, per i suoi dipendenti, a tutt’oggi una sessantina, non resterebbe, dopo oltre un anno di vana attesa delle mensilità pregresse, che puntare, in quanto a recupero di risorse economiche, all'accesso al TFR cui provvederà l'INPS dopo che sarà stata espletata la procedura istruttoria da parte del curatore fallimentare e alle ultime tre mensilità maturate, in una situazione, però, condizionata dalla capienza del processo fallimentare.
La proposta della costituzione di una cooperativa che potesse gradualmente assorbire tutti i dipendenti della Megaservice era stata avanzata lo scorso mese di giugno dal commissario del Libero Consorzio Comunale di Trapani (l’Ente che ha preso il posto della Provincia) Antonio Ingroia. Una proposta sulla quale si sono aperti diversi tavoli di discussione ma che ha incontrato resistenze ed ostacoli di varia natura, dalla previsione della creazione, da parte della Regione, dei cosiddetti «Bacini unici» a quella dell’attuazione della riforma delle Province, ancora di fatto, però, allo start di partenza.
Gli stessi sindacati si sono fatti, poi, interpreti delle perplessità di molti, se non la gran parte, dei dipendenti della Megaservice che hanno espresso parere negativo sulla costituzione della cooperativa poiché, in primo luogo non avrebbe dato occupazione a tutti i lavoratori dell’ex partecipata e coloro che ne sarebbero rimasti esclusi non avrebbero potuto accedere agli ammortizzatori sociali non avendo maturato i requisiti. Senza considerare che la cooperativa avrebbe potuto svolgere incarichi molto limitati nel settore dei servizi per le conseguenze di una normativa che impone agli enti pubblici di potere dare, per incarico diretto, cioè senza espletare una gara d'appalto, solo commesse per cifre molto ridotte. Perplessità quindi che hanno riguardato anche la stessa operatività e competitività della costituenda cooperativa che, prima di porsi sul mercato, si sarebbe anche dovuta fornire di mezzi ed attrezzature. G.D.I.
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