TRAPANI. Ambulanti in spiaggia? No, grazie. A San Vito Lo Capo la stragrande maggioranza dei bagnanti è contraria all’”invasione” dei venditori ambulanti sul litorale, ma anche per le vie del paese. “Ce li ritroviamo dappertutto – afferma Gianni Strano, uno dei turisti che sta trascorrendo le proprie vacanze a San Vito -. L’altra sera ero con mia moglie in gelateria ed è entrato uno di loro che subito ha cercato di venderci la sua merce. E, nonostante gli avessimo detto che non ci serviva nulla, ha pure insistito”. Non manca, però, chi la pensa in modo diverso. Per Francesco Stracquadanio, altro turista, “dovremmo avere maggiore rispetto nei loro confronti e mostrare una più aperta cultura dell’accoglienza – spiega -. La maggior parte di questi venditori, infatti, è fuggita dal suo Paese a causa di guerre che, magari, in Italia neanche si conoscono. Hanno rischiato la vita e noi, invece, ci comportiamo con loro come se fossero delle persone da evitare”. “Capisco che sono fuggiti da casa loro e molti hanno anche lasciato le famiglie – ribatte, a pochi metri di distanza, Giovanni Squillaci -, però dovrebbero anche capire che San Vito fa parte dell’Italia e nel nostro Paese ci sono delle regole che vanno rispettate. Se loro vogliono vivere in un modo diverso, invece, è giusto che vadano via. Non è corretto che dobbiamo essere noi ad adeguarci alle loro regole. Se noi ci recassimo a casa loro, dovremmo rispettarli, altrimenti rischieremmo anche il carcere”.
La spiaggia di San Vito, in realtà, è presa d’assalto dai venditori ambulanti. Gli oggetti che vanno maggiormente “di moda” sono le cover dei telefonini, ma anche i cd, per proseguire con occhiali da mare, chincaglia varia fino ad arrivare ai materassini ed alle maschere con tanto di occhialini. “E non è tutto – spiega Giovanni Bertolino, titolare di una attività commerciale a San Vito -. Vengono da noi, sporcano senza rispettare le regole e, poi, vendono anche gli stessi nostri oggetti a prezzi più bassi, attuando una vera e propria concorrenza sleale che ci danneggia, dato che non registrano alcuna vendita, incassando tutto “in nero”. Noi, invece, rispettiamo le leggi e veniamo danneggiati. Oltre al danno, la beffa”. “Ma non solo per i venditori – è il pensiero di Marta Di Maggio -, ma anche per noi “consumatori”. Alcuni, infatti, percorrono le spiagge dando la propria disponibilità ad effettuare dei massaggi. E lo fanno senza alcuna precauzione, non utilizzando, pertanto, alcun guanto protettivo. Inoltre, con le stesse mani con le quali hanno effettuato i massaggi, poi, prendono i soldi e, spostandosi di pochi metri, ricominciano con altri bagnanti ed altri massaggi. Se per la vendita c’è il controllo dei vigili urbani – conclude – mi chiedo chi, in questo caso, dovrebbe intervenire per assicurare il rispetto delle norme igienico – sanitarie”.