Questo sito contribuisce all’audience di Quotidiano Nazionale

Ladri al Parco archeologico di Marsala,
rubati fili di rame

MARSALA. I "ferraioli" e i ladri di fil di rame non demordono e continuano ad operare indisturbati nel territorio comunale. Questa volta, però, hanno "colpito" uno dei luoghi "sacri e rispettati" della città: il parco archeologico e il "decumano massimo".Non è stata senza una naturale sorpresa che il personale del parco ha "scoperto" che lungo il "decumano massimo" e il viale che da Porta Nuova (Piazza della Vittoria) porta a Capo Boeo (la punta estrema della Sicilia) erano scomparse le coperture in ghisa che coprivano i tombini dentro i quali scorrono i fili dell'energia elettrica che assicurano l'illuminazione dell'intera area del parco archeologico. Un'operazione studiata con meticolosità con la quale sono stati lasciati, però, pericolosamente allo scoperto i fili della corrente elettrica. "E' stato shoccante vedere quella devastazione lungo il viale che corre parallelo al "decumano massimo" - dice Arturo Galfano, responsabile pubbliche relazioni del Museo Archeologico Regionale "Lilibeo". Il rischio è ora quello che possano essere sfilati anche i fili che corrono all'interno, quelli elettrici e quelli che assicurano la funzionalità del sistema d'allarme". Quest'ultino pericolo sembra comunque scongiurato per le misure che il direttore del Parco Maria Luisa Famà, assieme al suo vice Anna Maria Parrinello, ha preso per l'adeguata protezione del sistema. Scoperto il furto delle coperture dei tombini la stessa direzione del Parco ha provveduto ad informare il Responsabile Unico del Provvedimento,l'architetto Vito Vaiarello,e a sporgere denuncia di furto ad opera di ignoti ai Carabinieri. Nello stesso tempo è stata informata la ditta Funaro di Trapani, che ha eseguito gli impianti, per controllare oltre all'entità del danno,gli effetti che questi potrebbero causare sull'efficienza del sistema elettrico e di allarme. Il furto dei tombini non ha impedito comunque che, come era stato programmato dal vice direttore del Parco, Anna Maria Parrinello (in assenza di direttore Maria Luisa Famà), venisse effettuato il "primo intervento volontario" di pulizia dell'area archeologica di Capo Boeo per fare fronte alla situazione estremamente critica in cui versano o monumenti archeologici e con essi anche il parco archeologico di Lilibeo. L'emergenza, dovuta all'ormai cronica mancanza di finanziamenti regionali, è stata aggravata di recente dal mancato supporto del Comune.L'intervento di pulizia straordinaria è stato infatti possibile, fin dal mese di maggio, grazie ai volontari delle diverse Associazioni quali gli "Amici del Parco archeologico di Marsala" (presieduta da Nino Alabiso che continua ad assicurare a proprie spese la pulizia dei servizi igienici),lo "Speleoclub lilibeo", il "FAI-Delegazione di Trapani"e"Legambiente Circolo Marsala-Petrosino, "consapevoli che la salvaguardia e la valorizzazione del nostro patrimonio - dice ancora Arturo Galfano - iniziano proprio dai gesti concreti di aiuto". All'opera di pulizia del parco e del decumano massimo in particolare, oltre a privati cittadini, hanno partecipato alcuni rappresentanti del Movimento 5 Stelle. L'"operazione pulizia volontaria" dell'Area archeologica di capo Boeo sarà ripetuta anche nei prossimo giorni.

Caricamento commenti

Commenta la notizia