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Bambino morto ad Alcamo, la madre nega di averlo ucciso

ALCAMO. Aminta Altamirano Guerrera, la  donna messicana di 33 anni indagata con l'accusa di aver ucciso,  con un'overdose di farmaci, il figlioletto di 5 anni,  interrogata oggi pomeriggio dal gip di Trapani Lucia Fontana ha  negato ogni addebito. La donna, in particolare, non ha saputo  spiegare come mai il flaconcino vuoto di un antidepressivo  verosimilmente ingerito dal bambino, trovato dalla polizia  all'interno del sacchetto della spazzatura, fosse ermeticamente  chiuso con il tappo di sicurezza. Per gli inquirenti se - come  sostiene la donna - il piccolo, eludendo la sorveglianza, avesse  assunto da solo il farmaco, non avrebbe richiuso la boccettina e  gettata tra i rifiuti.     


A irrobustire il quadro indiziario a carico della giovane  mamma c'è il fatto che, secondo più testimoni (interrogati in  queste ore dagli inquirenti), la donna avrebbe manifestato,  anche poche ore prima che si consumasse la tragedia,l'intenzione  di uccidere il bambino e di farla finita.   Il gip deciderà domani sulla convalida del fermo della  messicana. La donna rimane reclusa in isolamento in una cella  delle carceri «San Giuliano» di Trapani. Ad Alcamo, intanto, nel  pomeriggio, si sono tenuti i funerali del piccolo. 

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