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Porto di Trapani, appaltati i lavori per ristrutturare il bacino galleggiante

TRAPANI. La macchina burocratica per riavviare il motore della cantieristica navale si è messa in moto. Ma per i 42 operai licenziati dal Cnt non ci sono certezze. Solo speranze. Il primo passo significativo è la ristrutturazione del bacino di carenaggio galleggiante, di proprietà della Regione e dato in concessione al Cnt, poi fallito e sul cui fallimento la Procura indaga con l’ipotesi di reato di bancarotta fraudolenta. «I lavori sono stati finalmente appaltati (la Regione Siciliana li ha affidati all'impresa "Metalmeccanica Agrigentina srl", per un importo di 4.755.943,46 di euro), ma sul Cantiere navale permane un complessivo disinteresse. Purtroppo, alle legittime e condivise prese di posizione a difesa dell'autonomia gestionale del porto non corrisponde lo stesso interesse per il settore della cantieristica», dice il segretario generale della Cgil e della Fiom di Trapani Filippo Cutrona che denuncia «il disinteresse di una parte delle Istituzioni, della politica e delle forze economiche nei confronti di un importante settore produttivo che rappresenta il volano per lo sviluppo del porto e un'importante realtà occupazionale». «In questi anni - ha aggiunto - nella vertenza del Cnt la Prefettura ha svolto un determinante ruolo a sostegno delle azioni sindacali e dei lavoratori. Stesso interesse non è stato mostrato da altre Istituzioni, con in testa il Comune di Trapani, e dalle forze politiche ed economiche che oggi, al di la delle competenze, continuano a esprimere, attraverso il silenzio, indifferenza e poca sensibilità per il Cantiere navale che, dopo il sequestro e il fallimento, continua a essere inattivo colpendo duramente il settore della cantieristica e il suo indotto». La Cgil chiede la riassunzione dei 42 operai licenziati. Ma al di là dell’impegno, che, come denuncia la Cgil, non è stato corale, i risultati deludenti sono sotto gli occhi di tutti: uno sforzo maggiore, per garantire i livelli occupazionali, doveva essere compiuto prima del fallimento. La richiesta di riassunzione non è vincolante e, quindi, è da condiderarsi come un auspicio.
Intanto si attende che il ministero delle Infrastrutture renda noto il nome dell'azienda che si è aggiudicata la gara di appalto per l'affidamento della concessione demaniale marittima, che rappresenta il secondo passo per ripartire. «Se il bacino galleggiante sarà ristrutturato - ha detto Cutrona - è grazie all'impegno dei sindacati che negli anni hanno svolto un'incessante azione volta a sollecitare la Regione a stanziare il finanziamento. La ripresa delle attività - ha concluso - deve rappresentare, però, un'opportunità di lavoro per le maestranze del Cnt, in attesa che venga affidata la concessione demaniale marittima». La Fiom Cgil di Trapani e regionale hanno inoltre chiesto un incontro all'assessore delle Attività produttive, Linda Vancheri, per sollecitare la temporanea assunzione dei lavoratori da parte dell'azienda che ristrutturerà il bacino galleggiante. Ma anche in questo caso nessuno può imporlo.
Gli operai sono delusi: non hanno neppure voglia di parlare; le loro passate proteste non sono servite a nulla. Ed ormai l’entusiasmo può riaffiorare solo con i fatti concreti.

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