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L'arresto di don Librizzi, perquisito l’hotel Sant’Andrea di Valderice

VALDERICE. Nell'ambito delle indagini che ieri hanno portato all'arresto del direttore della Caritas di Trapani, Sergio Librizzi, con l'accusa di concussione e violenza sessuale pluriaggravata, la Procura di disposto la perquisizione dell'Hotel «Sant'Andrea» di Valderice, ospitato all'interno di Villa Nazareth, una struttura della Curia di Trapani. All'interno dell'albergo, il sacerdote ha, infatti, la disponibilità di locali, anche «come gestore di fatto - affermano gli inquirenti - di una serie di cooperative» che si occupano di accoglienza di immigrati e tra queste «Badia Grande», per anni presieduta da don Sergio Librizzi. Gli agenti della sezione di pg della Forestale hanno acquisito, tra l'altro, documentazione cartacea e supporti informatici. Posti anche i sigilli nella stanza del presidente della coop «Badia Grande», Antonio Manca, dove c’è una postazione pc verosimilmente utilizzata pure dal sacerdote. Gli inquirenti ritengono che il materiale possa essere utile all'individuazione di ulteriori vittime, anche minorenni, in affidamento alle varie cooperative gestite.
Intanto nella tarda mattinata di ieri, come persone informate dei fatti, sono stati sentiti il prefetto di Trapani Leopoldo Falco e il segretario vescovile Filippo Cataldo. Don Librizzi, che è stato sospeso da tutti gli incarichi, era membro della commissione territoriale per il rilascio dello status di rifugiato politico che fa capo alla Prefettura. E proprio nella qualità di componente della commissione avrebbe chiesto, ad almeno 8 richiedenti asilo, prestazioni sessuali in cambio del parere favorevole. L'indagine sembra destinata a sviluppi anche su nuove ipotesi accusatorie: «Non stiamo lasciando nulla di intentato», ha detto il procuratore capo Marcello Viola.
Le indagini, tutt'altro che concluse, puntano ad accertare, tra l'altro, se qualcuno sapesse delle condotte del sacerdote: «La sensazione che si ha dalle intercettazioni - dice Viola - è che qualcuno potesse avere un'idea di quanto accadeva e non abbia fatto nulla».
Sempre dalle intercettazioni è emerso che don Sergio Librizzi, avrebbe manifestato, nei mesi scorsi, la preoccupazione di essere esautorato dagli incarichi e per impedirlo si sarebbe attivato energicamente all’interno del suo ambiente ma anche a livello istituzionale, dove godeva di grande stima. Per anni, don Sergio Librizzi, infatti, grazie al suo ruolo, è stato un punto saldo di riferimento all’interno del sistema di accoglienza degli immigrati.

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