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Libero consorzio comunale di Trapani Oltre 55 mila euro per l'Imu

TRAPANI. Il Libero consorzio comunale di Trapani, l’Ente che ha preso il posto della Provincia Regionale, paga più di 55 mila euro di Imu (esattamente 57.865) per immobili di sua proprietà nei Comuni di Trapani, Marsala, Erice, Favignana, Pantelleria e Mazara. Si tratta, ovviamente della prima rata di acconto per l’anno in corso e, nel dettaglio, di complessivi 33.243 euro per la parte di Palazzo del Governo adibita ad Uffici della Prefettura (14.854 euro), per l’ex Feudo Casalmonaco (131) e per la Caserma dei Carabinieri (18.258) al Comune di Trapani; dell’ex Feudo Rinazzo (7.990 euro) al Comune di Marsala (l’ex Feudo comprende un Baglio del ’300; del Complesso turistico La Pineta (6.791 euro) a quello di Erice; del Complesso turistico Lido Burrone (261,59) e del Complesso turistico Pensione dei Fenici – Levanzo (3.348) al Comune di Favignana; del Complesso turistico Hotel Miryam (2.422) e della Dependance Bue Marino (825) a l Comune di Pantelleria e dell’ex Convento San Francesco (2.984) a quello di Mazara. Esclusi dal pagamento dell’Imu in quanto immobili destinati all’«assolvimento diretto» dei compiti istituzionali dell’Ente l’ex Carcere giudiziario (Palazzo della Vicaria), Palazzo Riccio di San Gioacchino, Palazzo Riccio di Morana e Villino Nasi nonché, perché «utilizzati ai fini istituzionali», l’immobile ubicato nelle Vie Nunzio Nasi e San Francesco D’Assisi (ex Circolo di Cultura ed Archivio di Stato), l’ex Mobilificio Cantù (Sede del Provveditorato agli Studi), Palazzo Sciacca (Sede di Uffici Provinciali) di via Osorio, Palazzo Pace -1° Piano -(Sede di Uffici Provinciali) di via Palmerio Abate, l’immobile ex Mazzola (Sede di Uffici Provinciali) di Via Garibaldi 84 e la parte del Palazzo del Governo (Sede di Uffici Provinciali), di Piazza Vittorio Veneto 2, tutti di Trapani.
Il pagamento della somma, già precedentemente impegnata, è stato disposto, con determina del dirigente Diego Maggio che ha fatto propria la proposta del responsabile del procedimento Giuseppe Fundarò, in deroga al principio cronologico dei provvedimenti in materia perché il ritardo avrebbe comportato, ai sensi della vigente normativa, l'applicazione di interessi moratori «con gravi e certi danni economici» (scrivono testualmente gli uffici competenti) alle casse del Libero consorzio.

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