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Castelvetrano, Gruppo 6 GDO: ricorso contro il fallimento

CASTELVETRANO. I lavoratori del Gruppo 6 GDO non intendono arrendersi alla sentenza di fallimento del Gruppo 6 GDO e auspicano, tramite le rappresentanze sindacali e i delegati dell’agenzia dei beni confiscati, di formulare tutte le ipotesi utili al ricorso, avverso alla sentenza della scorsa settimana. I lavoratori amareggiati continuano a confidare nella possibilità che le aziende collegate all’imprenditore Giuseppe Grigoli possano essere cedute e continuare a stare sul mercato della grande distribuzione organizzata. Lo stesso segretario della Camera del Lavoro, Giuseppe Giaramita, definisce «anomala» la sentenza marsalese e ritiene che il ricorso possa dare ragione all’agenzia dei Beni confiscati, con l'obiettivo di cedere le aziende alla cordata che aveva presentato l’offerta, in prima istanza bocciata dal giudice fallimentare. Si apre cosi, uno spiraglio nella delicata vicenda del Gruppo 6 GDO che lascia attualmente 400 famiglie con il fiato sospeso.
Tra i lavoratori serpeggia la delusione e il malumore. Un dipendente, Gaspare Pompei, ha deciso di scrivere all’Agenzia dei Beni. «Chiedo - scrive - che al più presto possiate darci notizie riguardanti la nostra ricollocazione all’interno dei punti vendita ormai vuoti e non più frequentati dai clienti. Dopo 4 mesi di stipendi non pagati, cominciamo a soffrire serie preoccupazioni all'interno dei nostri nuclei familiari. Siamo allo stremo, abbiamo bisogno di certezze». Un appello accorato che viene condiviso da altre centinaia di lavoratori. Sulla vicenda è ritornata a parlare in Parlamento, la senatrice del PD, Pamela Orrù. La parlamentare, subito dopo le sentenza di fallimento ha chiesto, in un intervento al Senato, tangibili iniziative per salvare l’occupazione ai 400 lavoratori. «L’intesa – ha evidenziato la Orrù - prevedeva la cessione del ramo di azienda, relativo ai punti vendita del Gruppo 6GDO, ad una società. L’accordo avrebbe consentito la ricollocazione della quasi totalità dei 400 lavoratori dei punti vendita direttamente e indirettamente collegati all’azienda castelvetranese della grande distribuzione ,con l’avvio immediato dell’attività. Non passi il messaggio che un'azienda con lavoratori venga chiusa per fallimento e si perda occupazione quando, una volta sottratta alla mafia, passa tra i beni confiscati gestiti dall'agenzia preposta». (*fisi*)

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