Trapani

Domenica 22 Settembre 2024

Castelvetrano, fallisce il gruppo 6 Gdo: 400 posti a rischio

CASTELVETRANO. Finisce con il fallimento l’esperienza del Gruppo 6 Gdo. Ieri, la società dell’ex imprenditore castelvetranese, Giuseppe Grigoli, in carcere per associazione mafiosa, è stato dichiarata fallita. Il giudice del Tribunale di Marsala ha ritenuto inammissibile l'accordo - proposto dall'Agenzia nazionale dei beni sequestrati e confiscati alla criminalità organizzata – che prevedeva la cessione del ramo di azienda, relativo ai punti vendita, del Gruppo 6 Gdo alla società Esse Emme Srl. A rendere nota la sentenza sono stati i sindacati. La Filcams Cgil, la Fisascat Cisl e la Uiltucs Uil di Trapani in un comunicato congiunto nel primo pomeriggio di ieri hanno dato il tono dell’ufficialità a quanto accaduto al Tribunale di Marsala. I sindacati hanno espresso «forte preoccupazione per un dissenso che avrà serie ripercussioni sul futuro occupazionale di circa 400 lavoratori dei punti vendita direttamente e indirettamente collegati all'azienda castelvetranese della grande distribuzione, confiscata al mafioso Giuseppe Grigoli». L'accordo presentato al Tribunale avrebbe, infatti, consentito la ricollocazione della quasi totalità dei lavoratori con l'avvio immediato dell'attività. A essere esclusi dall'accordo era, invece, il Cedi - Centro di distribuzione - per cui l'Agenzia dei beni sequestrati e confiscati stava valutando un percorso alternativo. Tra le motivazioni del decreto il giudice ha contestato alcuni vizi di forma che inficerebbero la valenza del concordato preventivo. Inoltre, il giudice ha ritenuto carente la solvibilità della subentrante Esse Emme, società che riunisce tre aziende e che opera nel settore da diversi anni. L’Agenzia dei Beni confiscati di concerto con i sindacati, aveva firmato un contratto con un consorzio di tre aziende: Petitto srl, SM srl e GE.BE.COM srl, aziende Clienti di New Coop, una società cooperativa aquilana che opera nel campo dell’outsourcing. Il giudice non ha accettato il concordato presentato dall’Agenzia. Per i segretari di Filcams Cgil, Anselmo Gandolfo, di Fisascat Cisl, Franco Lo Sciuto, e della Uiltucs Uil, Mario D'Angelo il decreto pone un freno a quella che sembrava essere la soluzione per la ricollocazione dei lavoratori.
«Auspichiamo – dichiarano i tre segretari - che questa non sarà una delle tante occasione mancate a fronte di numerose aziende confiscate alla mafia ma, successivamente, dichiarate fallite. Crediamo che ci siano ancora le condizioni affinché il Gruppo 6 Gdo possa diventare l'esempio di un'azienda confiscata e ricollocata sul mercato». La vicenda del fallimento viene commentata anche dal sindaco Felice Errante. «Sono basito - scrive nel suo comunicato - un sindaco non può e non deve interpretare le sentenze della magistratura, anche quando queste azzerano mesi di duro lavoro posto in essere dall’Agenzia dei beni confiscati alla mafia, di concerto con i sindacati e con le Istituzioni locali. Tuttavia - aggiunge - le stesse possono essere impugnate. Voglio tuttavia rendere noto ai lavoratori della gruppo 6gdo che la partita, per ciò che mi riguarda, non è assolutamente chiusa». Adesso per i lavoratori potrebbero scattare i licenziamenti e la mobilità. La partita è troppo importante. In gioco ci sono 400 lavoratori e il futuro delle loro famiglie.

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