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Sì al registro delle coppie di fatto a Trapani, atto di indirizzo varato dall’Aula

TRAPANI. Il Comune si avvia a riconoscere le famiglie di fatto. E' stato approvato all'unanimità, infatti, dal consiglio comunale, un atto di indirizzo proposto dal capogruppo di "Insieme per Trapani", Ninni Barbera, finalizzato alla istituzione del registro delle unioni civili. "Una realtà, quella delle unioni civili o unioni di fatto, che trova un sicuro fondamento negli articoli 2 e 3 della Costituzione - afferma Barbera - in quanto l'unione civile non si pone in contrasto con la famiglia così come riconosciuta e garantita dalla Costituzione all'articolo 29". Il capogruppo di "Insieme per Trapani" sottolinea che "la Repubblica riconosce i diritti della famiglia come società naturale fondata sul matrimonio e, pertanto, nel riconoscere e sottolineare il valore e l'importanza della famiglia, non esclude all'evidenza il sorgere o l'esistenza di atti e formazioni sociali (queste prebiste dall'articolo 2 della Costituzione) le cui finalità siano ritenute meritevoli di tutela e non contrastanti con i principi costituzionali". L'atto di indirizzo approvato dal consiglio rimanda, quindi, all'autonomia ed alla potestà amministrativa del Comune la tutela della "piena dignità delle persone, promuovendone il pubblico rispetto senza alcuna discriminazione di sesso o religione".Nella proposta del regolamento che ha allegato all'atto di indirizzo, Ninni Barbera fa, quindi, esplicito riferimento alle "nuove" forme di famiglia considerando "unione civile il rapporto tra due persone maggiorenni, di sesso diverso o dello stesso sesso" prevedendo che il Comune, "nell'ambito delle proprie competenze", si impegni ad "assicurare alle coppie unite civilmente l'accesso ai procedimenti, benefici e opportunità amministrativa alle medesime condizioni riconosciute dall'ordinamento alle coppie sposate e assimilate".
Un regime amministrativo rivolto anche agli stranieri residenti anagraficamente nel Comune. L'iscrizione nel registro delle unioni civili, pertanto, potrebbe essere chiesta da coppie eterosessuali come omosessuali residenti nel territorio comunale, "coabitanti da almeno 18 mesi e legate da vincoli affettivi, di reciproca assistenza morale e materiale ma non di matrimonio, parentela, affinità, adozione, tutela".
Alla cancellazione dal registro si procederebbe, poi, sulla base delle variazioni delle condizioni che gli interessati si debbono impegnare a fare.

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