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Stamina, il Tribunale: stop alle cure per il bimbo di Marsala

MARSALA. Stop alle cure col metodo «Stamina» per il bambino marsalese affetto da atrofia muscolare spinale, il Tribunale civile di Marsala, infatti, ha accolto il reclamo degli «Spedali civili» di Brescia, ma per il papà del piccolo si tratta di una «speranza negata».
Non ha celato il rammarico il papà del bambino affetto da Sma che, dopo la decisione del Tribunale civile di Marsala, ha usato uno dei principali social network per manifestare il suo dissenso e il suo dispiacere: «credevo che tenendo questa brutta notizia chiusa dentro me, sarei riuscito a soffocare e alleviare il dolore», scrive.
La pronuncia del Tribunale civile, ha fatto seguito al fatto che l’azienda ospedaliera degli «Spedali civili» di Brescia, nelle scorse settimane, aveva presentato un reclamo al decreto del giudice marsalese che aveva decretato la ripresa delle infusioni, con il metodo Stamina, per il bambino. Lo scorso 15 aprile infatti il giudice del Tribunale civile di Marsala Antonio Genna aveva decretato che il piccolo riprendesse «immediatamente e comunque non oltre il prossimo 5 maggio il trattamento terapeutico intrapreso e fin qui proficuamente compiuto mediante la somministrazione di cellule staminali». Prima di decidere il giudice Genna aveva ascoltato in aula un esperto: il professore Marino Andolina, pediatra e immunologo che ha già praticato il metodo Stamina. Il medico è stato chiamato, in qualità di informatore, dall’avvocato Giovanna Di Girolamo, per conto dei genitori del bimbo, affinché il piccolo, che ora ha circa 2 anni e mezzo, potesse riprendere le cure con il metodo «Stamina» dopo aver evidenziato, a detta dei familiari, un notevole miglioramento. «All’età di un anno pesava tre chili, quanto un neonato, e non si muoveva – ha detto in aula Andolina –. Dopo cinque infusioni di cellule staminali è riuscito a compiere l’adduzione delle cosce e ha preso peso».
La Sma è «una patologia progressiva che pian piano inflaccidisce tutti i muscoli fino a portare alla morte», ha aggiunto l’esperto. Ma, dopo il decreto del giudice monocratico, gli Spedali civili di Brescia hanno presentato un reclamo che, dopo la discussione davanti al Tribunale civile in composizione collegiale, è stato accolto. Chi. P.

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