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L’Agroericino nel Trapanese avrà l’acqua da Montescuro

ERICE. Niente più problemi d’acqua nell’Agroericino. O almeno così si spera. È finalmente entrato in funzione l’acquedotto di Montescuro, che rifornirà i territori di Erice, Valderice, Paceco, Custonaci, Buseto Palizzolo, San Vito lo Capo, comuni che adesso non dipenderanno più dal dissalatore di Nubia.
La fornitura d’acqua, che si aggirerebbe attorno ai quattrocento litri al secondo, servirà anche Favignana, Alcamo e Trapani. Ed i benefici della nuova erogazione si stanno già facendo sentire nel centro urbano di Erice, dove il problema della mancanza d’acqua è spesso all’ordine del giorno in diversi quartieri. Soprattutto in caso di fermo del dissalatore per guasti all’impianto.
Adesso, con l’entrata in funzione dell’acquedotto di Montescuro, l’erogazione idrica nel territorio ericino, Vetta e frazioni comprese, «viaggia» sui 170 litri al secondo. Praticamente il cinquanta per cento in più rispetto alla fornitura assegnata dal dissalatore quando è a regime, sempre fermi dell’impianto permettendo. Il nuovo acquedotto era atteso da circa vent’anni, come ricordato dal sindaco di Erice Giacomo Tranchida, che segue la vicenda per la realizzazione ed il completamento dell’impianto sin da quando era primo cittadino di Valderice.
«Con il Montescuro, approvvigionamento da fonte naturale, finalmente possiamo cominciare a tirare un sospiro di sollievo», ha evidenziato Tranchida, che ha anche rilanciato l’idea di realizzare un potabilizzatore per la diga Rubino «quale fonte alternativa» da utilizzare in caso di necessità.
Intanto l’entrata in funzione di Montescuro dovrebbe permettere di garantire la regolarità nell’erogazione idrica. L’opera, molto attesa nel comprensorio, permetterà dunque all’Agroericino di non essere più «dissalatore dipendente». Ma resta il problema della rete idrica ericina, che andrebbe rimessa a nuovo e per cui l’esecutivo della Vetta ha predisposto un progetto per un importo di 24 milioni di euro. Somme per cui il sindaco cerca i finanziamenti necessari per portare l’opera in cantiere.
Tranchida è poi tornato a puntare l’indice contro la qualità dell’acqua proveniente dal dissalatore che, a detta del primo cittadino, avrebbe danneggiato «il sistema idrico di distribuzione comunale», provocando non pochi disagi ai cittadini ericini. A sostegno della sua tesi il sindaco ha ricordato il problema dell’acqua gialla, chiamando in causa «i primi referti del laboratorio d’analisti specialistiche che confermano la bontà dei nostri sospetti e delle nostre denunce sull’azione corrosiva dell’acqua dissalata», ha fatto sapere Tranchida, che ha presentato diversi esposti contro la Regione Sicilia, chiedendo la sostituzione delle condotte idriche, finanziando quindi il rifacimento delle rete.

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