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La gestione del porto di Trapani, Damiano rivendica più autonomia e potere

TRAPANI. Adesso c’è una richiesta ufficiale. Il sindaco Vito Damiano ha scritto al ministro delle infrastrutture Maurizio Lupi lanciando delle precise proposte per il porto di Trapani. La vicenda ruota attorno alla riforma prospettata dallo stesso Lupi che dovrebbe portare alla riduzione del numero delle Autorità portuali italiane ed alla creazione di distretti logistici.
In questo nuovo contesto, dove comunque manca ancora un atto formale del Governo, si parla del possibile accorpamento dello scalo trapanese con l’Autorità portuale di Palermo. Uno scenario che ha messo in allarme gli operatori portuali ed il mondo imprenditoriale, con il presidente di Confidustria Gregory Bongiorno che si è fatto portavoce delle preoccupazioni del comparto economico locale. La questione nelle scorse settimane è stata anche al centro di una riunione convocata dal primo cittadino a Palazzo D’Alì alla presenza dei parlamentari e dei rappresentanti delle forze produttive del territorio. La nota inviata da Damiano a Lupi sintetizza proprio le posizioni emerse nel corso di quell’incontro e punta, prioritariamente, all’approvazione del disegno di legge, in discussione alla commissione trasporti del Senato, dove Trapani compare nell’elenco delle Autorità portuali.
Si tratta del testo base che raggruppa le proposte dei senatori Antonio D’Ali e Marco Filippi, già incardinato in Parlamento e per cui è stata chiesta la procedura d’urgenza. Ma il ministro Lupi ha annunciato l’intenzione di tagliare il numero delle Autorità portuali, escludendo quindi l’ipotesi di crearne di nuove, puntando alla creazione dei distretti, dando così seguito alle indicazioni arrivate dall’Unione europea. Da questo versante il sindaco Damiano ha indicato una possibile “alternativa” per assicurare l’indipendenza dello scalo trapanese dall’Autorità portuale di Palermo, facendosi portavoce della richiesta avanzata dagli operatori portuali nel corso della riunione tenuta lo scorso 11 maggio nell’ex sala consiglio del Comune.
Praticamente «sia all'interno di una Autorità o di un Distretto, alla nostra città – ha evidenziato il sindaco - dovrebbe essere assicurata una governance locale con la partecipazione delle rappresentanze istituzionali e imprenditoriali dei singoli territori, in modo da garantire il ruolo, l'autonomia e la dignità economica e sociale di ogni realtà portuale». Attualmente, dopo lo scioglimento dell’Autorità portuale di Trapani, disposta nel 2009, lo scalo è gestito dalla Capitaneria di porto e dal Genio Civile. E diversi imprenditori, ad iniziare da Gaspare Panfalone, si sono espressi per il mantenimento dello “status quo”, puntando semmai, in caso di riforma, ad un unico distretto per la Sicilia in modo da garantire a tutti i porti dell’isola pari dignità. E per la creazione di solo distretto si è espresso anche il senatore Antonio D’Alì, che resta comunque fermo sulla necessità di riattivare l’Autorità portuale di Trapani, così come previsto nel suo disegno di legge. Il ddl è praticamente identico a quello presentato dal senatore Marco Filippi che nei giorni scorsi ha incontrato a Roma gli operatori portuali nel corso della riunione promossa dalla senatrice Pamela Orrù.

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