TRAPANI. «Si fa sempre più critica la situazione delle aziende del comparto lapideo di pregio
siciliano. In questi giorni le cave di marmo dovranno corrispondere i canoni sul materiale estratto nel 2013, introdotti da una norma prevista nella finanziaria dell'anno scorso». Lo dice il presidente di Confindustria Marmo Trapani, Vito Pellegrino.
«E ciò malgrado - prosegue - il governo regionale e la stessa assemblea regionale ne hanno riconosciuto l'effetto eccessivo e penalizzante intervenendo con una sostanziale modifica normativa che è però caduta sotto la mannaia del commissario dello Stato. La volontà politica non è stata capace a oggi di rimediare al grave errore di aver introdotto una tassazione abnorme che avrà come conseguenza la perdita di competitività delle nostre produzioni sui mercati nazionali ed esteri».
«A lanciare l'allarme affinchè si presti la giusta attenzione a questo comparto - aggiunge - è l'intero consiglio direttivo del settore marmifero trapanese che da più di un anno aspetta risposte precise e puntuali anche sull'aggiornamento del piano cave, sulla riperimetrazione delle zone Sic e Zps così da ridurre i vincoli nelle aree vocate e destinate alle attività estrattive, per non parlare poi delle lungaggini burocratiche per l'ottenimento di un permesso, di una autorizzazione».
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