Questo sito contribuisce all’audience di Quotidiano Nazionale

Trapani, lo «schifazzo» affidato al Comune

Il «San Giacomo» è stato costruito nell’800, era destinato al trasporto di sale e poi venne trasformato in barca da diporto

TRAPANI. «Ritengo che questo natante, in passato utilizzato per il trasporto del sale nel porto di Trapani debba trovare giusta allocazione nell’ambito della Riserva delle saline, considerato che all’interno di questa si trova un cantiere di carenaggio destinato anticamente al rimessaggio degli ”schifazzi”, consentendo così di renderlo fruibile ai fini didattici, culturali e turistici». Così aveva scritto, nel 2010, Biagio Martorana, sindaco di Paceco, nel cui territorio ricade parte della Riserva, all’allora presidente della Provincia Mimmo Turano, intervenendo nel dibattito circa l’utilizzo e la destinazione dello «Schifazzo San Giacomo», un natante, costruito nell’800, originariamente destinato a trasporto di sale e poi trasformato in barca da diporto, che era stato restaurato, nel 2009, a spese della Provincia nel frattempo divenutane proprietaria.
Dopo circa 4 anni, il Comune di Paceco ha avuto accolta, con provvedimento del commissario del «Libero Consorzio Comunale di Trapani» (l’Ente che ha preso il posto della disciolta Provincia), Antonio Ingroia, la richiesta di avere concessa l'imbarcazione in comodato d’uso fino al 31 dicembre 2016.
L’intesa è stata sottoscritta, definiti tutti gli aspetti tecnico- burocratici, dai capi degli Uffici tecnici dei due Enti locali, Antonino Candela per l’ex Provincia e Cristofaro Ingardia, per il Comune di Paceco, in un incontro al quale hanno preso parte il sindaco di Paceco e l’assessore Pietro Cusenza nonché l’ex assessore provinciale al Territorio ed Ambiente Peppe Carpinteri e Patrizia D’Angelo, presidente dell’Associazione «Salviamo i Mulini» cui era stato affidato lo «schifazzo», musealizzandolo nella Salina Calcara che era stata ritenuta la sede più idonea perché il veliero sarebbe stato riportato in un canale delle saline, il sito dove era nato e dove aveva svolto le sue funzioni.
Il motoveliero (la denominazione di «schifazzo» è folkloristica, indicativa, appunto, della tozza barca a vela usata sin da epoche remote per il trasporto del sale lungo i canali tra le saline e il porto di Trapani) è stato costruito dai maestri d'ascia alla fine del 1800 ed è stato donato da un privato alla fine del 1999 alla Provincia perché lo recuperasse. L’intervento, completato, appunto, nel 2009, è stato effettuato dal maestro calafato Andrea Cintura, per il Cantiere «Daromarci», proprio nell’ottica della fruizione dell’imbarcazione da parte di turisti e visitatori tant’è che per facilitarne l’accesso a bordo è stato tolto il fasciame interno.

Caricamento commenti

Commenta la notizia