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"Versava sostanze tossiche nei terreni", sequestrata una distilleria a Marsala

MARSALA. Per «attività organizzate per il traffico illecito di rifiuti» la Guardia di finanza ha sottoposto a sequestro preventivo, in contrada Digerbato a Marsala (Trapani), il complesso industriale della distilleria 'Sicilia Acquavitì e terreni limitrofi per circa 162 mila metri quadrati.  Il provvedimento è stato disposto dal gip di Palermo Giuliano Castiglia su richiesta del pm della Dda Maurizio Agnello. 


Dall'inchiesta delle Fiamme gialle è emerso che pericolosi scarti della distillazione, e in particolare borlande (propanolo, butanolo, metilpropanolo, pentanolo e altri pentanoli isomeri, nonchè furfurale), venivano da tempo sversati sui terreni circostanti e all'interno di vicine cave di tufo abbandonate, finendo così nel sottosuolo. Ciò, per altro, a poca distanza dai pozzi dell'acquedotto comunale di Marsala.  Il reato è contestato a Giuseppe Bianchi, 78 anni, legale rappresentante della Sicilia Acquaviti dal 2009 al 2011, nonchè della Ge.Dis. dal 1980 al 2012 (originario di Sarzana, in provincia di La Spezia, ma residente a Marsala da diversi decenni, insignito 'Cavaliere del Lavorò nel 2007), e a Fabio Volpe, 48 anni, legale rappresentante della Sicilia Acquaviti dal 2011 al 2013. L'indagine, inizialmente  coordinata dal procuratore di Marsala Alberto Di Pisa e dal sostituto Giulia D'Alessandro e poi, per competenza, dalla Dda di Palermo, fu avviata nel maggio 2013, quando la Guardia di finanza della Procura di Marsala ebbe  notizia del possibile illecito smaltimento di scarti industriali da parte delle distillerie Ge.Dis., con stabilimento nei pressi del porto, e Sicilia Acquaviti.  


Disposti i controlli (effettuate anche trivellazioni nel terreno), si accertava che la borlanda della Sicilia Acquaviti veniva smaltita illegalmente, con delle tubazioni, sui terreni attorno l'impianto industriale di contrada Digerbato  e nelle cave di tufo, poi ricoperte di terra. È stata, inoltre, scoperta una fossa in cui venivano stoccate vinacce esauste con un bacino di contenimento completamente ripieno di acque di lisciviazione/percolato delle stesse  vinacce. Alla Ge.Dis., il cui impianto è inattivo da tempo, sono state invece riscontrate tracce del modo in cui avveniva l'illecito smaltimento dei rifiuti, sversati senza depurazione nelle acque del porto di Marsala.   Di recente, a seguito di uno studio interuniversitario delle acque italiane realizzato nell'ambito del progetto europeo 'Eurogeosurvey geochemistry expert group', è stata stilata la classifica dei comuni con la più alta  concentrazione di nitrati: Marsala, con 228 mg/l, è in cima alla graduatoria. 

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