ALCAMO. Promesse di posti di lavoro, 50 euro a voto e il classico «pacco di pasta». Sarebbe stato questo, secondo la Procura della Repubblica di Trapani, il metodo adottato dall’ex senatore del PD Nino Papania e da alcuni suoi collaboratori per acquisire consensi a favore del candidato sindaco Sebastiano Bonventre, poi eletto, nella competizione di due anni fa. Con l’accusa di «voto di scambio», infatti, il procuratore capo Marcello Viola ed il sostituto Rossana Penna, «concluse le indagini preliminari», hanno disposto la citazione diretta a giudizio di Papania e di Massimiliano Ciccia, Giuseppe e Leonardo De Blasi, Filippo Di Gaetano Davide Piccichè, Giovanni Renda e Leonardo Vicari. Il processo a loro carico inizierà il 7 ottobre davanti al giudice Franco Messina.
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Alcamo, voto di scambio: a giudizio Papania
Secondo l’accusa promesse di posti di lavoro, 50 euro a voto e il classico «pacco di pasta» per le ultime amministrative
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