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Porto di Trapani, gli operatori dicono no all’accorpamento

TRAPANI. Gli operatori portuali sono in fibrillazione. La possibilità che lo scalo trapanese passi sotto la gestione dell’Autorità portuale di Palermo ha messo in allarme il comparto, che ieri si è fatto sentire con il presidente dell’ Associazione degli agenti marittimi raccomandatari Gaspare Panfalone, che in una nota ha preso posizione sul ricorrersi di notizie riguardo la riforma che il ministro delle infrastrutture Maurizio Lupi si accingerebbe a varare. Si parla della riduzione del numero delle Autorità portuali e dell’accorpamento dei porti classificati come nazionali in distretti logistici.
L’ipotesi che tiene banco è che Trapani finisca sotto la sfera di competenza dell’Autorità portuale palermitana, a cui passerebbero quindi la gestione di tutte le attività, funzione al momento svolta dalla Capitaneria di Porto e dal Genio civile. Uno scenario definito da Panfalone “giuridicamente ed economicamente assurdo ed improponibile in quanto – ha evidenziato l’imprenditore – il porto di Palermo è stato e continua ad essere concorrente di Trapani”.
Gli operatori temono che lo scalo venga penalizzato, in un momento in cui i traffici sono in forte aumento, come per i container e per le navi da crociera. “L’economia trapanese – ha continuato Panfalone – si è sempre basata e fondata sul suo porto, che dagli aragonesi in poi ha mantenuto la sua autonomia amministrativa. Il porto è sempre stato il simbolo della nostra identità”. La categoria è insomma in fermento e si prepara a dare battaglia per evitare ogni forma di accorpamento con l’Autorità portuale palermitana.
Nei giorni scorsi, tra l’ altro, il consigliere comunale Francesco Salone ha presentato una interpellanza al sindaco Vito Damiano, invitando il primo cittadino ad intervenire per garantire l’autonomia dello scalo trapanese, la cui Autorità portuale, attivata nel 2004, è stata soppressa nel 2009. In questi anni è stata più volte annunciata la possibilità di un suo ripristino. Ma alla luce dei tagli prospettati dal ministro Lupi, l’ipotesi di riavere a Trapani l’Autorità sembra destinata a sfumare definitivamente. La priorità, a questo punto, sarebbe il mantenimento dell’autonomia dello scalo “che – ha ricordato Panfalone – è sempre stato gestito, tranne che nella parentesi dell’Autorità portuale – dalla Capitaneria di porto e dal Genio Civile senza nessun costo aggiuntivo al sistema nazione”.

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