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Oculistica a Trapani, tempi «biblici» per gli interventi

TRAPANI. «Sono necessari tempi biblici per il paziente che è costretto a sottoporsi ad un intervento chirurgico di cataratta presso l’ospedale «Sant’Antonio Abate» di Trapani». E’ questo quanto sostiene in un documento a firma di Maria Lamia e Marcello Signorello, l’associazione «Noi consumatori» di Trapani. In particolare, sempre secondo il documento dell’associazione trapanese, l’attesa per questo tipo di intervento chirurgico è di un anno. «Dati alla mano, - dicono i due rappresentanti- alcuni soggetti che si sono rivolti a noi per parlarci della situazione assurda che si è creata hanno intanto preferito «emigrare», mentre altri si sono rassegnati ad attendere il tempo necessario per l’intervento, se le condizioni di salute e l’età lo consentono».
Ma il problema non sembra di difficile soluzione per l’amministrazione sanitaria trapanese dalla quale dipende appunto l’ospedale «Sant’Antonio Abate»: «Il problema esiste in parte - dice al riguardo il direttore del nosocomio del capoluogo, Francesco Giurlanda - in quanto vi sono delle soluzioni più celeri». Il direttore intanto precisa che «i tempi di attesa sono di 6-8 mesi» e poi passa alla soluzione del problema. «Vi è ad esempio - dice al riguardo Giurlanda - l’ospedale «Borsellino» di Marsala, (che è il più vicino nosocomio a quello trapanese) presso il quale i tempi di attesa sono più brevi rispetto a Trapani, ed a cui possono rivolgersi gli utenti, ma vi è anche la clinica «Sant’Anna», clinica convenzionata con l’Azienda sanitaria provinciale» (e che peraltro si trova a poche centinaia di metri dal Sant’Antonio). «Al reparto di oculistica - conclude Giurlanda - non vengono eseguiti solo interventi di cataratta, ma anche interventi più complessi quali distacco di retina ed altro, e da qui si spiegano anche i tempi più lunghi di attesa».
Ma, l’associazione trapanese pone al riguardo un altro problema, sempre legato ai tempi di attesa dell’oculistica del nosocomio trapanese e mette in evidenza «la necessità di potenziare con altri specialisti di tale branca il reparto».
AN. DO.

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