PANTELLERIA. La Provincia regionale di Trapani non esiste più. È scomparsa, sulla base della legge regionale numero 8 che ha soppresso definitivamente tutte le Province dell’Isola, anche la denominazione dell’Ente dalla carta intestata sostituita con quella di «Libero consorzio comunale Trapani».
Con questa carta intestata, con denominazione completata con la dicitura «già Provincia regionale di Trapani», sono stati pubblicati, ieri, i primi annunci nell’Albo pretorio e nella «bacheca» del sito dell’Ente. Tra essi il nuovo avviso per la vendita, tramite asta pubblica, dell’immobile denominato «Hotel Myriam» e della sua «Dependance» sita in contrada Bue Marino di Pantelleria. Un immobile del quale è stata decisa da tempo la cessione. L’ex Provincia, infatti, aveva deciso di venderlo per fare cassa e porre in qualche modo riparo ai problemi finanziari economici derivanti dalle restrizioni imposte dalle norme sulla spending review e sul patto di stabilità interna. Ma la precedente asta sulla base di 2 milioni e 200 mila euro, è andata deserta, nonostante la somma fosse stata ritenuta congrua al valore di mercato dai tecnici dell'Agenzia del Territorio che avevano redatto e sottoscritto, in proposito, una relazione tecnico-estimativa. Sicché l’importo a base della nuova asta per la vendita dell'immobile, che è stata fissata per il 14 maggio alle 10, è di un milione e 985 mila euro. La gara avrà luogo nei locali di piazza Vittorio Veneto del «Libero consorzio comunale Trapani» e le offerte in aumento dovranno prevedere rialzi di 10 mila euro o multipli. L'«Hotel Myriam» è un complesso alberghiero sito nel centro urbano di Pantelleria composto da quattro piani fuori terra e da un piano seminterrato, per oltre 1870 metri quadrati complessivi che consta anche di una dependance, destinata a piccolo residence, (sette monolocali, tutti a piano terra, con annessi spogliatoi e servizi igienici), ubicata invece in contrada «Bue Marino», in prossimità della costa.
L’abolizione delle nove Province regionali è diventata ufficiale e definitiva con la legge approvata lo scorso giorno 11 marzo dall’Assemblea regionale siciliana (il voto finale ha registrato 62 sì, 14 no e 2 astensioni) che ne ha determinato la sostituzione con altrettanti «Liberi consorzi dei comuni». La legge prevede, però, la possibilità che entro sei mesi vengano creati nuovi «Liberi consorzi», purché, però, i comuni raggruppino almeno una popolazione di 180 mila abitanti e quelli coincidenti con gli enti soppressi non abbiano una popolazione inferiore a 150 abitanti. Gli organismi dei «Liberi consorzi» saranno formati, infine, con elezioni di secondo livello, saranno eletti, ciò, non con consultazioni popolari ma dalle assemblee dei consorzi stessi.