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I mosaici di San Nicolò Regale coperti da calcinacci a Mazara del Vallo

I mosaici si trovano nei circa 100 metri quadrati scoperti nel 1933 e secondo gli archeologi sono databili tra il III e il V secolo d. C.. Avrebbero fatto parte di un antico edificio signorile

MAZARA DEL VALLO. Mosaici a perdere. Sono quelli che si trovano sotto la terrazza della chiesa arabo-normanna San Nicolò Regale che potrebbero essere visibili se non ci fossero i vetri sempre sporchi. Ma non è soltanto questo. Lo storico mazarese, architetto Mario Tumbiolo, ha effettuato un sopraluogo nell'area archeologica costituita dai resti di ambienti romani con pavimentazioni musive. «Ho potuto constatare - afferma Tumbiolo - come la copertura (cioè la terrazza sovrastante) che dovrebbe essere a protezione del sito, presenta in realtà gravissimi problemi di sfondellamento, che causa la caduta di calcinacci». Tumbiolo, pertanto, ha preso carta e penna e ha denunciato alla Soprintendenza di Trapani e alla responsabile dell'unità operativa VIII per i beni archeologici, il grave degrado dei luoghi, sollecitando le istituzioni ad un rapido intervento per garantire la tutela del patrimonio archeologico che è costituito da mosaici sparsi nei circa 100 metri quadri scoperti nel 1933 e databili tra il III e il V secolo d. C. che avrebbero fatto parte di un antico edificio signorile. Il sito è chiuso al pubblico, aggredito da muffe, si trova a due passi dal porto canale, sotto la chiesa S. Nicolò Regale, chiusa anch'essa al pubblico da un paio d'anni perché la terrazza davanti la chiesa e che copre i mosaici, non è sicura. Quanti volessero entrare all'interno del sito, per ammirare più da vicino lo splendido cervo in corsa tra decorazioni floreali, ancora oggi non possono farlo. È chiuso da 7 anni. I vetri molto sporchi (ma cosa ci vuole per pulirli magari ogni settimana?) occultano lo spettacolo. La Soprintendenza di Trapani - in virtù di varie leggi regionali, attraverso il servizio per i Beni archeologici si dovrebbe occupare della tutela, valorizzazione e fruizione del patrimonio archeologico provinciale, ai sensi della legge 1089/39 e delle leggi regionali 80/77 e 116/80. La proprietà del sito romano è del comune di Mazara ma la gestione è della Soprintendenza. «Abbiamo chiesto già da qualche anno - dice il sindaco Nicola Cristaldi - alla Soprintendenza che i mosaici venissero al più presto aperti al pubblico, dando la disponibilità di nostro personale. L'ufficio tecnico ha compiuto dei sopralluoghi, anche alla presenza del responsabile della Soprintendenza. Dalle visite è emersa una forte criticità per la stabilità della copertura (la terrazza) , fortemente deteriorata. Abbiamo predisposto il gruppo di progettazione, che propone la soluzione più idonea, con personale comunale e della Soprintendenza». La soluzione, secondo il sindaco, sarebbe quella della rimozione di parte della terrazza, un'operazione valutata 100 mila euro. La responsabile delle unità archeologiche è la dottoressa Rossella Giglio che è a conoscenza del progetto del comune, tanto che nello scorso mese di settembre ebbe a dichiarare che «con l'amministrazione comunale di Mazara c'è una fattiva collaborazione. Sul progetto che è stato presentato si stanno esaminando alcuni particolari. Per quanto riguarda i calcinacci caduti sul pavimento dei mosaici, sarà effettuato un sopralluogo per verificare e vedere come intervenire. E bisogna trovare una soluzione anche per la pulizia dei vetri che occultano la visione dei mosaici». 

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