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Stop a nuove cave, nel Trapanese allarme posti

Da tre anni le imprese aspettano le autorizzazioni per estrarre marmo: 300 persone potrebbero tornare al lavoro

TRAPANI. Una decina di richieste per aprire nuove cave ferme alla Regione ed una addirittura da tre anni. Così il comparto lapideo del bacino di Custonaci e Castellammare, nel Trapanese, rischia di perdere un'occasione unica: la fornitura del marmo per i futuri campionati del mondo di calcio in programma a Dubai. Dallo stato mediorientale, infatti, stanno arrivando diverse commesse per la costruzione degli stadi dove verranno disputate le partite del mondiale 2022, ma «ci scontriamo con una burocrazia che ci tarpa le ali - afferma Vito Pellegrino, presidente provinciale di Confindustria Marmi Trapani -. Il treno sta passando adesso, ma, purtroppo, siamo alle prese con un apparato burocratico che ci rallenta, anzi, ci blocca. Se nelle sessanta cave tra Custonaci e Castellammare trovano impiego circa tremila persone, compreso anche l'indotto, quindi estrazione e trasformazione, è facile capire come, in questo modo, a rimetterci siano circa 300 persone, secondo stime tendenti al ribasso, che potrebbero tranquillamente lavorare ed invece sono disoccupate. Figuriamoci a che livelli si arriverebbe se venissero prese in considerazione tutte le cave siciliane».


UN SERVIZIO NELL'EDIZIONE DI TRAPANI DEL GIORNALE DI SICILIA.

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