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La nave romana contesa fra Trapani e Marsala

Il relitto è attualmente in fase di restauro ad opera della ditta specializzata «Legni e segni» di Salerno ed era stato recuperato nel mare di Marausa

TRAPANI. Si apre un fronte di polemica dopo che il consiglio comunale di Marsala ha approvato un ordine del giorno perché sia ospitata nel Museo archeologico regionale «Lilibeo» la nave da carico romana recuperata nel mare di Marausa e attualmente in fase di restauro ad opera della ditta specializzata «Legni e segni» di Salerno. L’ordine del giorno, primo firmatario il consigliere Arturo Galfano, è stato approvato nonostante un tentativo di bloccarlo e l'abbandono dell’Aula da parte del gruppo socialista. Il deputato regionale di questo partito, Nino Oddo, infatti, aveva assicurato non più tardi del mese di ottobre dello scorso anno, che la nave oneraria sarebbe stata ospitata in una sala del Museo Pepoli del capoluogo. Oddo aveva fatto propria la richiesta di musealizzazione in territorio di Trapani che era stata più volte avanzata dai due scopritori della nave, i sub Tony Di Bono e Dario D’Amico che l’avevano avvistata, l’11 agosto del 1999, a poche diecine di metri dalla costa di Marausa lido, dal lato del capoluogo (una parte della contrada ricade in territorio marsalese). Al plauso per il voto favorevole del consiglio di Marsala da parte del sindaco Giulia Adamo, soddisfatta perché il relitto, esposto nei locali del Museo Archeologico Regionale «Lilibeo», formerebbe, assieme a quello della nave punica e ai reperti di altri relitti realizzerebbero un polo turistico-culturale importantissimo, replica proprio l’onorevole Oddo affermando, pur con l’intento di non «volere fare polemica» che «quello di Giulia Adamo è un campanilismo anacronistico nell’epoca della globalizzazione». «Io sto con Marsala per le grandi iniziative ed emergenze - continua il deputato socialista - tant’è che per rappresentargli ”de visu” la situazione del porto lilibetano accompagnerò presto a Marsala il viceministro Nencini, ma ritengo che la nave oneraria romana, essendo stata recuperata in territorio di Trapani, debba essere musealizzata nel capoluogo. E comunque la questione è da tempo sul tavolo del direttore generale dell'Assessorato dei Beni culturali Sergio Gerardi dopo che l’assessore Maria Rita Sgarlata aveva confermato l'interesse del governo Crocetta per la musealizzazione della nave nel territorio».
Il recupero dell’imbarcazione lunga circa 15 metri e larga 9 che faceva sicuramente parte della flotta che trasportava olio e vino sulla rotta fra Roma e Cartagine è stato completato nell’ottobre del 2011 dai tecnici della Soprintendenza del mare della Regione.

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