TRAPANI. Addio al rimborso della terza rata Tares per i meno abbienti. È questa l’accusa lanciata da Francesco Salone, consigliere di Forza Italia, dopo che il sindaco Vito Damiano ha inviato una lettera ai consiglieri nella quale precisa che l’atto di indirizzo, formulato dal Nuovo Centro Destra ed approvato dal consiglio comunale, non avrà seguito.
«L'indicazione di restituzione della terza rata Tares a gran parte dei trapanesi non avrà seguito — afferma Francesco Salone — perché non c'è un adeguato regolamento per le fasce di reddito indicate dalla maggioranza consiliare (indicate con la stessa facilità con la quale s'è approvata la Tares, senza cognizione di causa e solo sull'onda emotiva delle legititme proteste di piazza), non è previsto dal regolamento Tares in vigore e non ci sono le risorse. Ed inoltre, se anche lo si volesse, fare ciò sarebbe imputabile solo sul bilancio di previsione 2014, non ancora predisposto e, comunque, solo per le fasce più deboli, in pratica le stesse che sono attualmente esentate». Per Salone, pertanto, «per i trapanesi si tratta di una beffa, prevedibile — continua — e per i consiglieri che hanno votato quell'atto scellerato, da esponenti di maggioranza, l'ennesima dimostrazione della loro inadeguatezza. Vedremo ora cosa suggerirà la coerenza a quanti, all'indomani delle proteste di piazza, avevano sconfessato se stessi per sposare repentinamente la rabbia dei trapanesi». Salone, quindi, apre anche alle «dimissioni di qualche consigliere e che altri non vengano più in assemblea fino all'approvazione dell'atto di restituzione della terza rata».
«Non è vero che l'amministrazione comunale ha preso in giro la cittadinanza sul rimborso dell'ultima rata della Tares — replica il sindaco Vito Damiano —, come non è vero che non è stata rispettata la volontà del consiglio comunale. Si potrà tenere conto delle famiglie più bisognose appena il Comune applicherà la Tari, la nuova tassa sui rifiuti. Le somme necessarie verranno recuperate rimodulando il servizio per la raccolta dei rifiuti". Ci sono delle norme ben precise che vincolano alcune iniziative dei Comuni i quali non potranno sostituirsi al contribuente nel pagamento di una qualsiasi tassa e non possono cambiare gli importi di quelle definite per legge. Avevamo condiviso la proposta del Consiglio di istituire delle riduzioni per chi ha delle difficoltà economiche entro certi limiti definiti (13.158 euro Isee), ma sia i consulenti esterni che gli uffici comunali avevano messo in evidenza come, dal punto di vista legale, non era possibile». Pertanto, sottolineano da Palazzo D’Alì, «i divieti alle proposte del Consiglio sono arrivati dalle norme e non dalla volontà dell'amministrazione. Fra le altre cose, è anche impossibile utilizzare per gli stessi scopi il "bonus" di 2 milioni e 400.000 euro che verranno restituiti dallo Stato in merito allo sforamento del patto di stabilità 2011». «Chi si esprime in modo violento ed irriverente arreca solo danno alla collettività — conclude Damiano —. Un confronto sereno e democratico, come quello che da sempre ho avviato con la Città, avrebbe avuto effetti positivi».