MARSALA. Cuccioli uccisi in contrada Ciavolo, un gatto impiccato in via Trapani, cani avvelenati nel quartiere Sappusi e nelle scorse ore perfino un pitbull annegato perché gettato in mare con una corda legata ad un masso nei pressi del molo Colombo. È questo il raccapricciante bilancio registrato nelle ultime settimane a Marsala a discapito dei «migliori amici dell’uomo». Per questo, allo scopo di far nascere la coscienza civica nel segno del rispetto degli animali, l’Enpa – ente nazionale protezione animale – di Marsala sta per avviare incontri con le scuole per sensibilizzare i bambini già dalle elementari. Il primo a rivolgersi al Giornale di Sicilia è stato Antonio Barbera che, in contrada Ciavolo, davanti alla cantina San Francesco, si è trovato ad assistere ad uno spettacolo a dir poco macabro. Nel piazzale giacevano circa venti cuccioli uccisi, presumibilmente a calci, e forse deceduti in giorni diversi, senza che nessuno se ne sia accorto. Antonio ha anche segnalato l’accaduto alle forze dell’ordine. Pochi giorni dopo la barbarie dell’uomo ha colpito un gatto in via Trapani. «Degli assassini – scrive Maria Vita su Facebook – hanno preso al lazo un gatto e l'hanno impiccato. Non è la prima volta che trovo animali maltrattati a Marsala. Ho visto un tizio che sbatteva un sacchetto e poi l'ha buttato in cassonetto ed ho poi scoperto dai rantoli che c'erano dei cuccioli di gatto. Quest'estate ho chiamato i carabinieri perché alle tre di notte, in piazza Stadio, un gruppo di allegri ragazzi faceva il tiro al lazo ad un cagnolino già ferito». Una segnalazione è arrivata sulla pagina ufficiale di Facebook dell’Enpa. «Attenzione – scrive Paolo P. –. Nel quartiere Sappusi qualcuno si diverte a gettare bocconi avvelenati. Sono già morti molti gatti e cani». Paolo ha anche postato una foto di Max, un meticcio che è stato tratto in salvo e sottoposto a cure disintossicanti. Due giorni fa un caso di terrificanti sevizie: un pitbull è riaffiorato dopo essere stato gettato in mare con corda e masso accanto al porto. Sono intervenuti vigili urbani, vigili del fuoco, capitaneria e operatori ecologici dell’Aimeri Ambiente. «Riceviamo in media due segnalazioni a settimana – spiega Manuela Canale, presidente della sezione Marsalese dell’Enpa –. Quanto ai casi di maltrattamento, abbiamo sporto denuncia per un barboncino affetto da varie patologie e che veniva tenuto in condizioni a dir poco precarie. Il cane è stato adottato da un’altra persona». Si tratta sempre di animali non microchippati. «Nella maggior parte dei casi – aggiunge Patrik Basile, consigliere Enpa – sono animali tenuti a catena e in spazi angusti. Il nostro primo passo è la sensibilizzazione dei legittimi proprietari che, in molti casi, ha dato i suoi frutti. Ora la nostra attenzione riguarda anche i cani e i gatti liberi e la protezione dell’ambiente naturale».
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